Tra Borsa e palazzi imperiali trionfa la principessa rosa
LA MATTINA DOPO la lunga notte del voto sulla Brexit, il 23 giugno 2016, al bancone della Pasticceria Marchesi 1824 incrociai lo sguardo corrucciato e spaesato, come quello di molti dopo “l’addio” di Londra, del ceo di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi. A un passo da Palazzo Mezzanotte, nel cuore della Milano antica, la Pasticceria è un ritrovo per la finanza milanese. E il suo cappuccino e brioche sono un rito per chi abita in zona Magenta o (sempre di più) passa di qui per turismo. Negli anni ho visto entrare viaggiatori inglesi, francesi e cinesi, diretti a Santa Maria alle Grazie per L’ultima cena di Leonardo. Anche se la storia la si incontra anche sul retro (alla lettera). Girate attorno alla minuscola casa della Milano del Settecento e vi ritrovate in via Brisa, affacciati sulle rovine della Mediolanum romana scelta da Massimiano (III secolo d.C.) come capitale dell’impero d’Occidente. Per la precisione, le rovine dell’antico Palatium imperiale con i mosaici che regalano il profumo del tempo. E a proposito di imperatori e corone, il dolce più delizioso di Marchesi, non a caso, è stato battezzato Princess: marzapane rosa che racchiude pan di spagna e crema Chantilly. Come la torta di compleanno, con un volo di farfalle di zucchero, che mi scelse un anno fa mio figlio.
E D’ACCORDO che da quanto è entrata nell’universo Prada, la Pasticceria ha “cloni” in via Monte Napoleone e in Galleria (da ultimo ha inaugurato un pop-up all’interno del Miami Design District). Ma per me, la Pasticceria Marchesi resta quella di via Santa Maria alla Porta con i suoi arredi originali dei primi del Novecento, i soffitti a cassettoni, gli specchi e le lampade in stile art déco. Dove, fino a poco più di un anno fa, non c’era neanche un tavolino per sedersi.