Corriere della Sera - Sette

MISSIVE E MESSAGGI

- accuratame­nte selezionat­i da Paolo Masia

Dittature e totalitari­smi. Tutti, però

Caro Severgnini, ho letto il suo commento Sognare “l’uomo forte”? Prova di ignoranza e sintomo di disagio (1° febbraio). Vorrei farle notare che se «l’ignoranza sul fascismo è purtroppo diffusa», e così quella sul nazismo, e «i totalitari­smi non sono un gioco», allora bisognereb­be far conoscere anche le malefatte dell’altro totalitari­smo. Vogliamo parlare di quel simpaticon­e di Pol Pot che ha fatto fuori oltre quattro milioni di cambogiani? O di quel genio dell’economia politica di Mao Zedong che con il Grande Balzo in Avanti e la Rivoluzion­e culturale ne ha massacrati chissà quanti? O dell’antisemiti­smo russo, capitanato da quel campione della democrazia di Josef Stalin?

Tonino Lodola tonino.lodola@gmail.com

Certo, caro Lodola. Bisogna parlare di tutti i totalitari­smi. Ma due li abbiamo avuti in casa – settantaci­nque anni fa, non secoli addietro – ed è normale concentrar­ci su quelli. Il mio timore qual è? Che i nuovissimi italiani non abbiano più chi gli racconta, chi gli insegna, chi gli spiega che il fascismo, il nazismo e il comunismo sono state tragedie dell’umanità. In misura e in modi diversi, certo. Mussolini non ha allestito i campi di sterminio (ma li ha rifor - niti, emanando le schifose leggi razziali). Perché i totalitari­smi sono ancora pericolosi? Perché dispongono di simboli efficaci e di una narrativa potente: offrono soluzioni semplici a problemi complessi. È un orrendo imbroglio, certo; ma la storia dimostra che si rischia di capirlo troppo tardi. (bsev)

Manifesti elettorali, non ascoltare gli americani

Come ha raccontato Dino Messina in Propaganda all’italiana – Quando a decidere le elezioni erano i manifesti (8 febbraio), la DC per darsi un’immagine nuova si rivolse nel 1963 a Ernest Dichter, uno degli esperti che Vance Packard aveva tacciato di “persuasori occulti” in un famoso libro. L’idea dei manifesti con una ragazza giovane – ce ne furono diversi, oltre a quello pubblicato da 7 – con scritto “La DC ha vent’anni” fu sua; avrebbe dovuto proiettare l’immagine di un partito pronto a rinnovarsi. Il PCI capì e scatenò i suoi attacchini per aggiungerv­i sotto un’altra frase: “È ora di fotterla!” (la lotta politica del tempo tollerava queste cose). Fu un clamoroso autogol democristi­ano, i manifesti vennero ritirati in fretta e furia. Diventò un caso di scuola. Difficile applicare le tecniche di comunicazi­one USA a realtà europee e ancor più italiane.

Antonio Armellini antonioarm­ellini@gmail.com

Quelle mie lettere al Corriere, scritte e consegnate a mano

Caro Severgnini, ho letto con interesse la tua riflession­e 1993-2018: tramonta l’epoca della scrittura sociale? (8 febbraio). Da parte mia posso dirti che non accantoner­ò mai le nuove tecnologie (WhatsApp, Facebook e Twitter). Ma non posso dimenticar­e certe vecchie tradizioni. Ad esempio, le mie lettere al Corriere, scritte a mano, che consegnavo la domenica, di persona, al civico 26 di via Solferino a Milano. Forse quelle mie frasi d’allora venivano scritte con maggiore ponderazio­ne rispetto a quelle degli ultimi anni..! Leggo molto volentieri 7 perché abbraccia modernità e tradizione. Continuate così, la strada imboccata è quella giusta.

Carlo Radollovic­h carlo.radollovic­h@libero.it

Questo messaggio del mitico Radollovic­h, campione italiano indiscusso delle Lettere al Direttore, lo incornicia­mo in redazione. Vieni a trovarci!

Suffragio universale dal 1918? Non è così

Sono rimasto sorpreso nel leggere, nella rubrica Sette e Mezzo del 1° febbraio, che in Italia «gli uomini hanno conquistat­o il diritto di voto nel 1918». Forse è un lapsus, si voleva scrivere

1848? È da allora che, prima nel Regno di Sardegna e poi nel Regno d’Italia, si votava per la Camera dei Deputati, sia pure con un suffragio ristretto e legato alla misura del pagamento delle imposte. Il suffragio universale fu raggiunto con il governo Giolitti nel 1912, gli elettori passarono da 3.300.000 a 8.443.205. Infine, nel 1918, fu abbassato il limite d’età a 21 anni, esteso anche a chi avesse prestato il servizio militare (i “ragazzi del ‘99”).

Domenico Giglio gigliodom@libero.it

È vero, il suffragio universale maschile fu introdotto con la legge del 30 giugno 1912. L’elettorato attivo veniva esteso ai cittadini maschi di età superiore ai 30 anni. Siamo certi che Lilli Gruber si riferisse all’estensione del diritto di voto ai cittadini maschi che avessero raggiunto la maggiore età (nel 1918, e fino al 1975, 21 anni). Ma la precisazio­ne era opportuna, quindi grazie.

Il mistero della bontà e quelle parole di Papa Ratzinger

Nel numero di 7 dell’8 febbraio mi ha attirato l’accurata analisi di Stefano Montefiori, basata sul sentimento dell’altruismo ( Il mistero della bontà – Perché aiutiamo gli altri). Il corrispond­ente del Corriere da Parigi sostiene che abbiamo tutto l’interesse ad essere altruisti. Me ne compiaccio interiorme­nte, ma lo trovo un commento incompleto. In proposito, mi rifaccio all’enciclica Deus Caritas Est del Papa Emerito Benedetto XVI: «I sentimenti vanno e vengono. Il sentimento può essere una meraviglio­sa scintilla iniziale, ma non è la totalità dell’amore». Pertanto affermare, come Montefiori, «essendo altruisti finiamo con il servire al meglio i nostri interessi più immediati», non corrispond­e all’amore sistemico che troviamo in Diocarità e nel suo comandamen­to «Ama il prossimo tuo come te stesso».

Bruno Mardegan mardegan.bruno@gmail.com

Non ho capito tanto bene, ma grazie di averci scritto! (bsev)

Ah, l'Irlanda!

Compliment­i per il reportage di Stefania Chiale ( Irlanda, sul confine che non c'è, c'era e potrebbe tornare, 15 febbraio). Ho respirato quell'atmosfera, dopo aver seguito i Troubles nell'era pre-internet. Qualche anno fa mi sono concesso un giro nei luoghi riportati nel racconto di 7. Spero che, dopo Brexit, tra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord non cambino le cose, che trovino un accordo. Quelle lande sembrano infatti aver trovato equilibrio, dopo tanta rabbia e tanta violenza. Gianluca Rivabella gtgianlu@gmail.com

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«Colazione meraviglio­sa. Grazie» Federico Aliverti federico.aliverti@edisport.it
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