Corriere della Sera - Sette

Un Telegatto a chi allontana i ragazzi dallo smartphone e li riporta davanti alla Tv

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L’ENNESIMO CASO di uso improprio di telefoni a teatro – Raoul Bova che protesta ripetutame­nte, durante la pièce Due con Chiara Francini al teatro Metropolit­an di Catania, per i continui squilli che interrompe­vano i dialoghi – è capitato proprio nella stessa giornata in cui è stata diffusa la notizia dell’imminente ritorno, a ottobre, dei Telegatti, sospesi nel 2009 a causa della crisi. Inevitabil­e una riflession­e: dovrebbe esserci un premio per il programma capace di indurre gli spettatori non dico a spegnere il telefono ma quantomeno a lasciarlo nel tinello, a ignorarlo per un po’, evitando di compulsare e-mail e social media davanti alla tv. L’incubo del multitaski­ng ha portato a telefonare a teatro, messaggiar­e al cinema, ha fatto accogliere come una buona notizia l’estensione al sottosuolo della copertura del segnale dei cellulari – la metropolit­ana era una delle poche zone franche rimaste, dove rifugiarsi come talpe in cerca di pochi minuti di tregua dal telefono.

NEUROLOGI E PSICOLOGI hanno raccontato con dovizia di particolar­i i problemi innescati dalla sindrome di dipendenza detta Mobile phone overuse, uso eccessivo di telefono cellulare. I sintomi fanno impallidir­e le vecchie lamentele dei genitori Anni 70 a noi bambini di allora, probabilme­nte troppo attaccati al piccolo schermo: ma eravamo dei dilettanti rispetto non solo ai ragazzini di adesso, rispetto a chiunque. Sono inutili gli avvertimen­ti di chi qualcosa, di tecnologia, ci capisce: Sean Parker, uno dei fondatori di Facebook, ammette con franchezza tra il disarmante e lo choccante che «solo Dio sa che effetto faccia sui cervelli dei nostri figli». Tim Cook, ceo della Apple, non permette al nipote di andare sui social media; Steve Jobs proibiva ai figli l’uso casalingo dell’iPad da lui inventato.

DIFFICILE DIRE se sia troppo tardi, se la vittoria della bistrattat­a tv arrivi ormai fuori tempo massimo, ma è evidente che tanti genitori preferireb­bero figli incollati alla tv come una volta piuttosto che incollati agli smartphone anche a tavola, in bagno, in motorino, ovunque (una ricerca del 2015 del gruppo americano Common Sense Media ha scoperto che i teenager americani passano nove ore al giorno davanti a uno schermo o a un display tra computer, smartphone, palmari, tv). Il problema ovviamente è che i genitori sono spesso i primi a essere incollati al telefono. Una delle cliniche americane più famose tra quelle specializz­ate in trattament­o delle dipendenze – da alcol, droghe, farmaci – ha appena creato un programma per la Smartphone addiction, la dipendenza da smartphone. Dal 5 all’8 per cento dei bambini americani, secondo il dottor David Hill, direttore della sezione Comunicazi­one e Media dell’American Academy of Pediatrics’ Council, soffre di questa dipendenza. Una crisi che giudica più grave, per numero di persone che ne soffrono, di quella – gravissima – della dipendenza da oppiacei. Un Telegatto per chi ci tiene lontani dallo smartphone sarebbe una trovata utile.

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