Corriere della Sera - Sette

Vergassola: «Sulla Cisa guidavo con il Lexotan»

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QUANDO A 18 ANNI, NEL 1975, Dario Vergassola ha avuto la sua prima auto, usatissima, ha provato la sensazione di aver preso una camera in affitto. «Il motivo è semplice: non ce l’avevo. La mia era una famiglia povera, come quella delle favole, e io dormivo in sala». La sua nuova stanza era una Citroën 2CV; ci stava per ore, anche davanti a casa, anche sotto la pioggia, a sentire musica. «Era 435 di cilindrata, la Cisa la facevo in terza, mi superavano anche i camion». Nonostante la lentezza fece quasi subito un viaggio in Jugoslavia con la fidanzata di allora, nonché attuale moglie. «Siamo partiti da La Spezia ( suacittàna­tale, ndr) e alla sera siamo arrivati in Jugoslavia. Poi abbiamo raggiunto Dubrovnik. Tanto la velocità a quell’età non conta. Potresti anche andare a piedi e ti diverti lo stesso». Poi, negli anni in cui aveva cominciato a lavorare a Milano, le micidiali trasferte, spesso notturne, sempre con la Cisa di mezzo, le affrontava con una 127. «Siccome io sono uno molto ansioso, prendevo 25 gocce di Lexotan, e 5 le davo anche alla macchina». Quando ha compiuto 50 anni, «come tutti ho avuto la crisi dell’età ma, invece che cominciare ad andare in palestra e cercare un’amante, ho preso una Porsche usata, calamita del cazzeggio maschile. L’ho tenuta due anni e poi, viste le multe ricevute, ho deciso di rivenderla. Stare dentro i limiti è umiliante. Dopo che una volta mi ha superato una Twingo ho chiamato il concession­ario e ho chiesto se se la riprendeva­no loro. Era come essere fidanzati con Belen solo per corrispond­enza. Anche perché poi non è vero che si cucca». Insomma la sua parabola, con le quattro ruote, è stata dalla 2CV alla Porsche. «Meglio percorrerl­a in questa direzione, che non al contrario».

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R I C O R D I P I LOTAT I DA S T E FA N O R O D I

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