PAROLE ITALIANE
Primavera in Liguria di Francesco Messina
Al tuo vento
Al tuo vento, Liguria, ritorno fuggitivo E come gabbiano plano su memorie. In fragorosa risacca il mare odora Scirocco ottunde e disperde il suono Che viene da chiese zebrate Su onde tonanti, nuvole d’acqua. I magi non sono di questa terra irta d’agavi Decorata di palme, fiorita, deserta di te Deserta di me in ansia sospeso. Nel cielo d’ardesia striscia oro la sera I muri stillano salnitro, negli antri fermentano salamoie Stridono controluce, piccole croci, i pipistrelli Sulle barche in secca addentano amori i gatti. Così naufraga un altro giorno Nell’immagine di un battello all’orizzonte.
Primavera
Ora anche l’ombra corrode i volti è tempo in cui han voce le cose, presenza i morti, alito i silenzi. Resta, anche se l’errore gorgoglia nelle notti dei vili, anche se ci ammanta di lutti la voce dei sepolcri. Non di quaggiù il tuo gorgo. Il gioco dell’ape regina tramuta in quello della rondine. È primavera.
Primavere in Liguria
Nera tramontana turbina nel golfo, rapina, scorteccia eucalipti, agita palme in straziante bolero. Increstano le onde controverso, il grigio mare si intarsia di azzurro. Così si annuncia primavera in Liguria fra il giallo lanoso delle mimose e i dorati aranci sulle prode.
San Fruttuoso
Era nell’aria stridula odore di erbe e di alghe nei sepolcri antichi. L’ulivo sul ciglio entrava nel mattino, s’allegravano le acque e le tue risa giocavano a gorgo l’eco nella baia dei morti.