Corriere della Sera - Sette

PAROLE ITALIANE

- versi amorevolme­nte recuperati da Luca Mastranton­io

Primavera in Liguria di Francesco Messina

Al tuo vento

Al tuo vento, Liguria, ritorno fuggitivo E come gabbiano plano su memorie. In fragorosa risacca il mare odora Scirocco ottunde e disperde il suono Che viene da chiese zebrate Su onde tonanti, nuvole d’acqua. I magi non sono di questa terra irta d’agavi Decorata di palme, fiorita, deserta di te Deserta di me in ansia sospeso. Nel cielo d’ardesia striscia oro la sera I muri stillano salnitro, negli antri fermentano salamoie Stridono controluce, piccole croci, i pipistrell­i Sulle barche in secca addentano amori i gatti. Così naufraga un altro giorno Nell’immagine di un battello all’orizzonte.

Primavera

Ora anche l’ombra corrode i volti è tempo in cui han voce le cose, presenza i morti, alito i silenzi. Resta, anche se l’errore gorgoglia nelle notti dei vili, anche se ci ammanta di lutti la voce dei sepolcri. Non di quaggiù il tuo gorgo. Il gioco dell’ape regina tramuta in quello della rondine. È primavera.

Primavere in Liguria

Nera tramontana turbina nel golfo, rapina, scorteccia eucalipti, agita palme in straziante bolero. Increstano le onde controvers­o, il grigio mare si intarsia di azzurro. Così si annuncia primavera in Liguria fra il giallo lanoso delle mimose e i dorati aranci sulle prode.

San Fruttuoso

Era nell’aria stridula odore di erbe e di alghe nei sepolcri antichi. L’ulivo sul ciglio entrava nel mattino, s’allegravan­o le acque e le tue risa giocavano a gorgo l’eco nella baia dei morti.

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