Francesco Messina,
celebre soprattutto come scultore, nasce a Linguaglossa (Catania) nel 1900. Un anno dopo è con la famiglia a Genova, destinazione America, ma il piano fallisce, restano nella città ligure. L’infanzia è poverissima, ma ricca di stimoli. Frequenta le botteghe di scultori, gli ambienti futuristi, poeti come Camillo Sbarbaro, l’Accademia di Belle arti. Grazie a premi e concorsi prestigiosi si impone a livello nazionale il suo talento, egregio soprattutto nella statuaria cimiteriale. Nel 1931 si trasferisce a Milano, dove perfeziona la sua formazione e frequenta poeti come Salvatore Quasimodo e Alfonso Gatto, che ne incoraggiano anche la produzione in versi (ne pubblichiamo alcuni tratti da Poesie, Mondadori, 1973). Due anni dopo ottiene la cattedra di scultura dell’Accademia di Brera, a Milano (vi ha vissuto fino al 1995, anno della morte): lo studio era nella chiesa sconsacrata di San Sisto, ora museo della Fondazione Messina. A Roma è suo il Cavallo morente della Rai. (Siamo a disposizione per eventuali detentori dei diritti)