VIDEOCRAZIA
40 anni dal sequestro Moro. Una pagina di storia e di audience
IL 40ESIMO ANNIVERSARIO del sequestro Moro ha evocato un terribile ricordo per la stragrande maggioranza degli italiani che allora c’erano, nuovo orrore in quelli che non c’erano, prevedibile irritazione in qualche brigatista rosso. Il contesto è quello, bizzarro, di ritrovarsi oggi più vecchi di quanto i nostri genitori fossero allora, quando noi eravamo alle elementari. Abbiamo trovato dolorosa conferma di quello che avevamo sospettato da subito, cioè che il mondo degli adulti è tutt’altro che ordinato e raramente c’è un lieto fine e altrettanto raramente gli adulti hanno il controllo della situazione. Ma, soprattutto, già allora avevamo sospettato che neanche da vecchi avremmo capito bene cosa è successo in quei mesi del 1978. E adesso che ci avviamo verso i 50 anni l’impressione è confermata. Se arriveremo a vedere il cinquantesimo, il sessantesimo anniversario di quel rapimento, magari addirittura il settantesimo, il timore è che resteranno gli stessi dubbi, le stesse mezze verità, lo stesso cattivo sapore in bocca – quello dell’ingiustizia, dell’ipocrisia, della mancanza di umanità.
PER QUESTO i colleghi giornalisti che in tv hanno comunque cercato di raccontarci quella vicenda, nei giorni scorsi, meritano un elogio particolare. Anche per la resilienza davanti a una storia che insiste nel non farsi raccontare, tra gli slalom ipocriti degli ex BR e le tante ambiguità di chi avrebbe avuto il dovere di trovarli e di salvare il prigioniero. Con buona pace di Barbara Balzerani, il caso Moro non è “una palla” per gli italiani: l’Auditel ha premiato gli approfondimenti giornalistici con ascolti buoni e/o molto buoni. Atlantide su La7 ha ricostruito certosinamente e con forza visiva, grazie ad Andrea Purgatori, le fasi del sequestro (3,2 per cento di share, circa 800mila spettatori per la prima puntata del 12 marzo: quella sera una replica di Montalbano su RaiUno ha battuto clamorosamente ancora una volta L’isola dei famosi). E il 16 marzo Rai3, con il documentario Aldo Moro. Il Condannato – Cronaca di un sequestro ha conquistato 1.674.000 spettatori (6.9%) sfiorando gli ascolti del film d’azione Transporter 3.
SIAMO NEL 2018 e non poteva mancare il video virale: che, per una volta, non è stato qualcosa di stupidino ma qualcosa di lacerante, e di memorabile: Maria Fida Moro, figlia dello statista, giustamente scandalizzata dalle parole di Balzerani, ha dato un esempio di serietà. Senza lacrime, con amarezza infinita, nel video intitolato Adesso basta subito rimbalzato sugli smartphone di mezza Italia ha spiegato: «Che palle il quarantennale lo dico io, non i brigatisti. E non Barbara Balzerani. Loro dovrebbero solo starsene zitti». Continueranno invece a parlare – senza dire nulla di importante: mai nulla, in 40 anni, sui nomi e i fatti che ci hanno sempre nascosto – anche nei prossimi anniversari. Per fortuna la figlia della loro vittima ha dato loro – e a tutti noi – una lezione di dignità.