CRITICO ROTANTE
Rudi, burberi, liguri. E maestri di focacce e pesci
ANDARE A MANGIARE da “I Matetti” è un’avventura che va ben oltre l’esperienza culinaria. E non è per tutti. Intanto perché non è vista mare e, a chi va ad Alassio in cerca del ristorantino bordo acqua, quest’osteria che affaccia sul traffico dell’Aurelia può apparire inadatta. Poi, perché appena varchi la porta sei accolto da loro, i tre proprietari, che si divertono a mettere in imbarazzo i novellini caricando all’inverosimile il tono burbero e rude dei vecchi pescatori liguri.
IL LOCALE È DEDICATO AI MATETTI, che in dialetto significa “scolaretti”. Non tanto ai tavoli quanto sulle pareti dove scorrono foto d’epoca di aule, giochi sulla spiaggia, feste d’oratorio… Il protagonista indiscusso però è il pesce, nell’accezione più casalinga e verace. La cucina è quella tipica ligure. Focacce e torte salate di benvenuto, carpaccio di polpo e frittelle di baccalà o bianchetti tra gli antipasti. La pasta è fatta in casa, le porzioni sono abbondanti. Gasse al pesto e pansotti al sugo di noci sono gustosi, per chi va sul sicuro. Ottimi i ravioli, nella variante del momento. Il mio top sono però i tagliolini verdi con verdure e frutti di mare. Poi i secondi. Ci sono i classici: polpo e patate, fritto misto di paranza, calamari ripieni. Ma provate il pesce povero, come le sarde, e Loro (finalmente) forse sorrideranno. E per chi non ama il pesce, il coniglio non delude mai. Alla fine, frittelle di mele offerte dalla casa. Il vino? Per me, scelta obbligata: un Pigato freschissimo.
DUE AVVERTENZE: il menu è scritto in dialetto, e loro ci godono a farti penare la traduzione di purpu accumudàu, anciue frite o del mitico cundigiun (pomodori, cipolle, olive…: da provare!). E se non prenoti, difficilmente ti siedi. Alla fine il conto non è mai pesante, lo stomaco è soddisfatto, la passeggiata sul mare vicinissima.