SCRIVETE PER NOI: SETTEBELLO
Chiedo scusa al Salento per averlo lasciato
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I l migliore della settimana: Francesca Totaro, 26 anni
È SUCCESSO A “TEMPO DI LIBRI”, la fiera milanese dell’editoria. Non me lo aspettavo. Ero con mia sorella gemella e, tra una presentazione e l’altra, mi hanno chiesto il motivo per cui ho lasciato Casarano, il mio piccolo paese in provincia di Lecce, 22mila abitanti, ormai sette anni fa, per studiare Storia a Milano. Avrei voluto rispondere, e forse l’avrò fatto a voce bassa, che mi sono pentita. Sono pentita di aver lasciato la mia terra. Di essermene andata dai colori, dalle persone, dagli odori, dal mare. Ma poi mi dico: «Chi non l’ha fatto?».
EPPURE, IL MIO PENSIERO torna sempre lì più forte di prima, e mi ritrovo a chiedere scusa a quei luoghi che sono convinta di aver abbandonato. Sono arrivata anche a pensare che gli ulivi si siano lasciati andare, morire, a causa della mancanza di sguardi giovani che vogliano loro bene. Un disegno patetico e commovente, qualcuno direbbe semplicistico, scontato. E non avrebbe tutti i torti.
MA QUESTO È IL MOTIVO PER CUI HO SCRITTO la tesi triennale su un aspetto della questione meridionale: per sdebitarmi, per discolparmi, per restituire, per dare al mio Sud la possibilità che non gli ho concesso andandomene via. Le risposte ho tentato di darle attraverso le parole di un avvocato varesino di metà Ottocento, Antonio Vismara da Vergiate. Devo ammettere che sono soddisfatta di essermi fatta guidare da lui: un settentrionale del XIX secolo e una meridionale del XXI; un avvocato lombardo che non voleva arrendersi ai luoghi comuni del suo tempo, e una laureanda salentina che ha voglia di tornare. Ma non sa se e quando lo farà. Perché in questo momento della esistenza la sua meravigliosa terra di origine non ha molto da offrirle. O meglio non può offrirle quello che il Nord ha: il lavoro, soprattutto, le possibilità, le occasioni.
AVREI VOLUTO DIRE questo quando mi hanno posto quella semplice domanda: «Perché non sei restata a Casarano, a Lecce?». Avrei dovuto anche aggiungere che terminare la laurea specialistica in Scienze Storiche sarà il mio grazie a Milano, la mia seconda casa, una città generosa che ho imparato ad amare. Nonostante sia così profondamente diversa da quella in cui sono nata e cresciuta. Quando, l’anno scorso, ho dato l’esame di Storia del Giornalismo, la parte monografica era, non a caso, sul Corriere della Sera, il più milanese di tutti i giornali italiani.