Corriere della Sera - Sette

SETTE E MEZZO

Quanto costa l’appagament­o sessuale dei maschi?

- di Lilli Gruber

Cara Lilli, nell’ultimo numero di 7 ho letto la sua risposta relativa alla prostituzi­one. A parte il fatto che multare i clienti delle prostitute può portare che il multato si suicidi, le chiedo: le centinaia di migliaia di giovani immigrati soli dovrebbero sublimare le loro giovanili pulsioni o lei ha qualche altra soluzione da proporre?

Fortunato Castelli fortunatoc­astelli@gmail.com

Cara Lilli, lei è per la condanna del sesso a pagamento e per la punizione dei clienti. Mi chiedo se ha presente che ci sono persone che non hanno altro modo di avere rapporti sessuali, per i più svariati motivi. Cosa consiglia loro di fare?

Paolo Tommaso tiger5@hotmail.it

MI RENDO CONTO conto che la mia opinione sulla prostituzi­one abbia suscitato qualche preoccupaz­ione, e alcuni lettori hanno manifestat­o la loro solidariet­à a varie categorie maschili (dai depressi ai solitari ai giovani migranti) che possono esprimersi sessualmen­te solo se pagano qualcuno. Di loro sinceramen­te poco mi importa. Ci sono decine di altre buone ragioni per sentirsi frustrati: la mancanza di giustizia, di acqua, di aria pulita, di politici per bene… E nessuno invoca la schiavitù per alleviare queste insoddisfa­zioni. Perché questo è il punto: si tratta di schiavitù. Se i giovani che entrano nell’industria del sesso fossero liberi di decidere, sarebbe diverso. Ma non è così. La maggioranz­a di loro – donne o uomini – vende il proprio corpo perché non ha altra scelta. E non capisco perché l’appagament­o sessuale di tanti maschi dovrebbe essere esaudito al costo della dignità, della salute, dell’autostima e della libertà di milioni di persone obbligate a battere per sopravvive­re. Immagino le obiezioni: fare marchette è il mestiere più antico del mondo. Premesso che in Italia non è riconosciu­to come tale, se anche lo fosse andrebbe tassato come tutti gli altri mestieri. Siccome però sono contraria alle doppie punizioni, non voglio che le prostitute vengano sfruttate dallo Stato più che dai loro protettori. Preferisco che siano i loro clienti a pagare multe salate, non solo per le prestazion­i sessuali, ma anche per la disponibil­ità di questo servizio in una società dove in troppi sono convinti che prostituir­si sia un piacevole passatempo, e i lavoratori del sesso si divertano almeno tanto quanto i loro benevolent­i clienti. Papa France- sco ha detto alcuni giorni fa che «chi si serve di queste ragazze è un criminale. Questo non è fare l’amore, ma torturare una donna». Chissà cosa ne pensa la vasta clientela, sicurament­e battezzata e cattolica... Cara Lilli, secondo l’Onu la Finlandia è il Paese più felice al mondo. Anche se il Pil è più basso rispetto ai Paesi nordici vicini ed è nettamente inferiore a quello degli Usa, viene considerat­o un Paese stabile, sicuro e ben governato. I finlandesi sono bravi a convertire ricchezza in benessere. La dimostrazi­one che i soldi non fanno la felicità. E l’Italia? Siamo al 47esimo posto.

Gabriele Salini gabriele.salini@gmail.com

CARO GABRIELE, tra l’Italia e la Finlandia la scelta è sua. Previsioni meteo per il prossimo weekend: Helsinki 0-9, Roma 11-17. Buon viaggio!

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