Corriere della Sera - Sette

IL MONDO SOTTOSOPRA CHE L’ARTE CAMUFFA

- GIUSEPPE DI PIAZZA giornalist­a, scrittore, fotografo. Si occupa della “grande bellezza”.

IN UPSIDE DOWN, un film di qualche anno fa, due mondi vivono uno sopra l’altro con sistemi gravitazio­nali opposti. Un po’ come se, alzando gli occhi, in cielo vedessimo il nostro mondo rovesciato con le nostre teste che sfiorano quelle di chi vive su, sottosopra rispetto a noi. Guardando quest’immagine si ha la stessa sensazione. Solo che la parte inferiore è fatta di uomini che rappresent­ano le Nazioni Unite e la parte superiore nient’altro che di colori e forme, cioè d’arte. Le parole pronunciat­e dal mondo di sotto sono gravi e drenano dolore. Si parla di guerra, dell’ottavo anno di conflitto per i siriani, popolo schiacciat­o in una tenaglia implacabil­e: da un lato una feroce dittatura, dall’altro un terrorismo sanguinari­o. Essere siriani, a questo punto, è una specie di condanna: dopo otto anni le Nazioni Unite stimano in 400mila le persone uccise e in undici milioni gli sfollati (5,5 milioni di profughi fuori dal Paese e 5,5 all’interno). Una tragedia che in questa immagine è come nascosta dalla seducente simmetria delle forme: sotto gli esseri umani, sopra l’arte. Gli uomini della foto fanno parte del Council per i diritti umani delle Nazioni Unite. Un organismo che si riunisce a Ginevra in un luogo elegante, indossando abiti acconci, pronuncian­do discorsi emozionati, invocando una pace che, alla fine, troppo spesso, è soltanto una chimera.

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