Corriere della Sera - Sette

L’AFRICA CORRE SU BINARI CINESI

- DI MA TTEO F RASCHINI K OFFI

La Cina sta finanziand­o le ferrovie africane. Così sono nate «la più grande opera infrastrut­turale dall’indipenden­za» del Kenya e il primo treno elettrico che collega due Stati, il Gibuti-Addis Abeba. Intanto il magnate francese Vincent Bolloré sogna di collegare le capitali delle ex colonie francesi e inglesi dell’Africa Occidental­e con una linea di tremila chilometri

L’OBIETTIVO È METTERE l’economia africana sui binari giusti. Questa volta letteralme­nte. Sono infatti sempre più numerosi i progetti legati alle varie reti ferroviari­e che dovranno collegare i punti economicam­ente nevralgici del continente nero. Dai treni superveloc­i in Africa orientale, ai futuri collegamen­ti in Africa occidental­e e meridional­e, diversi Stati stanno lanciando nuove linee o rivalutand­o le vecchie. Tutti vogliono trasportar­e merci e persone il più in fretta e il più lontano possibile. Una politica dei trasporti molto ambiziosa, maturata soprattutt­o negli ultimi dieci anni. Gran parte dei servizi ferroviari africani si sono arenati durante il periodo post-coloniale degli Anni Sessanta e a causa dei brutali conflitti armati scoppiati negli Anni Novanta. Mentre in passato, tra il diciannove­simo e il ventesimo secolo, erano i coloni europei a dettare legge in questo settore, i protagonis­ti indiscussi di oggi sono i neo-coloni cinesi. «Fino al 2002, le società europee avevano il ruolo di principali fornitori, consiglier­i e finanziato­ri di progetti per le ferrovie in Africa», afferma la ricercatri­ce inglese, Emily O’Dowd, in un’analisi per SmartRail World. «Da allora, la Cina è diventata la forza dominante che destina in media 160 miliardi di dollari all’anno per le infrastrut­ture ferroviari­e nel

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