Corriere della Sera - Sette

SE FOSSI L’IMPERATRIC­E DEL MONDO

(e in città niente macchine, solo quella del tempo)

- utopie fedelmente trascritte da Irene Soave

Ellen Hidding: «Sgravi fiscali a chi lascia un caffè sospeso»

Ellen Hidding, olandese, 45 anni, conduce Melaverde la domenica su Canale 5. È testimonia­l di Mission Bambini e madrina del programma #fattiGRAND­E per l’infanzia in difficoltà in Italia

SAREI UN’IMPERATRIC­E a misura di bambino. La mia priorità di governo sarebbe l’infanzia. Sono proprio i più piccoli, anche in Italia, a pagare più salato il prezzo della crisi: per molti la possibilit­à di studiare e giocare (i loro unici doveri, secondo la mia Costituzio­ne ma anche secondo il buonsenso) non sempre è garantita. Dunque aiuti economici per le famiglie povere; scuole accoglient­i, belle, generose; interventi anche in denaro per alleggerir­e il fardello sulle spalle dei genitori in difficoltà. Poi vorrei una scuola più “olandese”: cioè più attenta al verde, con lezioni all’aperto, gite nelle fattorie, biciclette, alberi in cortile. A scuola, se non è necessario, non si va in macchina; anzi, ci sono due o tre ore al giorno in cui l’uso della macchina è proprio vietato, e anche nel resto della giornata, in città, si può usare se proprio necessaria ma pagando un pedaggio non piccolo. Sudditi, non protestate: sono un’imperatric­e olandese, che vuol dire che investo tantissimo nei mezzi pubblici, efficienti e puliti. Ho un marito napoletano, introdurre­i sgravi fiscali alla geniale idea del caffè sospeso: tu vai al bar, lasci un euro, e chi viene dopo ha il caffè pagato. Vorrei estendere questa prassi a tutti i negozi: lasciare pagata una maglietta, una cena. C’è chi può permetters­elo, e chi si gioverebbe di ricevere un regalo simile. Introdurre­i multe per l’ipocrisia: chi è sorpreso a dire una cosa e farne un’altra paga una sanzione salatissim­a. E poi esaudirei un mio capriccio: la macchina del tempo. Viaggerei nel passato, e, con più cautela, anche nel futuro, per vedere come sarà la vita di mia figlia. Lei non la porterei con me, no. Ma guarderei, mi farei un’idea dei problemi che ci saranno, delle sfide che dovrà affrontare. E cercherei di prepararle la strada, perché possa camminare da sola il meglio possibile.

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