Corriere della Sera - Sette

PAROLE ITALIANE

- versi amorevolme­nte recuperati da Luca Mastranton­io

Se penso alla primavera di Aldo Borlenghi

I

Perché, se penso alla primavera, in una infinita pianura che mi affaccia, vedo un ragazzetto appeso alle rame d’un pero, che canta? E penso anche spesso che mi chiami, e d’andare sotto la pianta, e lì, come in un sogno, non so più se io sia sul pero, o in terra, e rimane uno solo che sono io che canto, finché di colpo mi sveglio? Pure, in questo celeste gioco ch’io sento nel mio cuore, per le infinite eco che, come grida di rondini a marzo, raccolgo, si muove e a tratti erompe l’irrequiete­zza di questo abbraccio che mi sfugge, la pena di sentirmi con gli occhi bendati e d’intorno aver tanti compagni che mi stringon la mano fuggendo.

II

Come se al soffio del vento i fiori di tutte le piante s’aprissero, lasciando piovere una fioritura miracolosa sul terreno, sento un sorriso nel cuore tripudio sereno al prossimo germogliar­e improvviso. Ma non di piante forse né di cose che vogliamo rompere la terra pel sole, è questa gioia, ma di sussurri che ora, quando mi desto, sento affievolir­misi intorno, e che a tratti mi fanno parere ch’io cammini in un altro mondo, d’aria e di luce. Così, se una fanciulla ride mi par che con me rida d’un unica cosa, quasi i suoi occhi gioiosi vedo abbandonat­i nei miei; per questo spesso socchiudo gli occhi, ascolto il mio respiro, e mi pare ch’io lo misuri su l’erbe che avvertono i venti.

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