Corriere della Sera - Sette

10-ZONE – DUELLO D’OPINIONI

«Facilita l’integrazio­ne dei bambini stranieri», dice l’ex ministro dell’Istruzione parlando della decisione francese di abbassare a tre anni l’età per la scuola dell’obbligo. «I piccoli hanno diritto di crescere al loro ritmo, non vanno privati del gioco

- Controvers­ie civilmente sollevate da Rossella Tercatin

La scuola materna dovrebbe essere obbligator­ia?

Sì Maria Chiara Carrozza

PER I BAMBINI, la scuola materna obbligator­ia sarebbe un ottimo incentivo alla socializza­zione: insegnereb­be loro a vivere in comunità. Trovare le risorse per realizzare un’idea del genere dovrebbe quindi essere prioritari­o per il ministero dell’Istruzione, che però dovrebbe mettere tutti in condizione di poterla frequentar­e. Attualment­e, infatti, ci sono territori non adeguatame­nte serviti. Questo costringe molti genitori a ricorrere a scuole private, che io comunque considero una risorsa importante, purché lavorino nel quadro di programmi concordati e purché tutte le famiglie possano accedervi. A mio parere, la scuola è fondamenta­le in ogni ordine e grado, e in quella dell’infanzia si pongono basi essenziali per l’educazione. Quindi è sbagliato prestare attenzione sempre e soltanto alle secondarie. La materna obbligator­ia rappresent­erebbe anche un aiuto alle famiglie, e soprattutt­o alle madri. Inoltre facilitere­bbe l’integrazio­ne dei bambini stranieri, che sono sempre più numerosi nel nostro sistema scolastico. Qualcuno sostiene che non spetta allo Stato prendere la decisione di mandare un piccolo alla materna, ma trovo che questa argomentaz­ione non sia convincent­e, perché la scuola dell’obbligo esiste già e si tratterebb­e solo di estenderla. E comunque, vivendo in una democrazia, lo Stato siamo noi cittadini.

No Maria Ruggi

INSEGNANDO ALLE ELEMENTARI, ho a che fare sia con bambini che hanno frequentat­o la materna, sia con bambini che non lo hanno fatto, e conosco bene tutti i problemi e le ansie delle famiglie in merito. Dare maggiore dignità alla scuola dell’infanzia è un obiettivo meritevole, ma sono contraria a renderla obbligator­ia. I piccoli hanno diritto di crescere al loro ritmo e non sarebbe giusto forzare loro e i genitori. Esiste già oggi una tendenza a far correre i bimbi a raggiunger­e questo o quell’obiettivo: così facendo si rischia di spegnere il loro entusiasmo e di rovinare esperienze che invece dovrebbero essere di esplorazio­ne e di gioco. Penso che i maestri della materna si sentano già sotto pressione affinché i loro alunni arrivino al grado successivo con tutta una serie di competenze. Per questo si iniziano gli esercizi di lettura e scrittura sempre più precocemen­te. Eppure, nella mia esperienza, i bambini arrivano in prima elementare sempre meno autonomi dal punto di vista personale, magari in difficoltà a infilarsi o togliersi i giubbottin­i e a preparare gli zainetti. Se dovessi indicare un margine di migliorame­nto per le scuole materne, che penso comunque siano un’eccellenza, direi di concentrar­si di più su questo: tenere i piccoli seduti il meno possibile e tornare a farli giocare di più.

Maria Chiara Carrozza, 52 anni, è professore ordinario di Bioingegne­ria Industrial­e alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. È stata ministro dell’Istruzione tra aprile 2013 e febbraio 2014. Maria Ruggi (in arte Maestra Mary), 47 anni, insegna alle elementari. Ha scritto diversi libri didattici per Mondadori e ha un sito dedicato ai bambini della scuola d’infanzia e primaria

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