Corriere della Sera - Sette

VAN GOGH - AUTORITRAT­TO DI UN LETTORE INSOLITO

- Confession­i educatamen­te estorte da Andrea Federica de Cesco

Disegno scarafaggi e labirinti (col pennarello nero)

DA NORD A SUD I miei parenti più a nord sono i Lurà di Chiasso, quelli più a sud i Galfo di Catania. Pare che un mio avo fosse il figlio illegittim­o di un alto esponente della chiesa: fu portato in un orfanotrof­io di Firenze, dove gli diedero come cognome Gàlgano, che in realtà è un nome proprio di persona con accentazio­ne piana. Siamo gli unici in Italia a chiamarci così.

DNA MUSICALE La maggior parte dei miei famigliari (a parte i miei genitori) ha spiccate doti musicali. Io e mio fratello abbiamo iniziato a studiare musica, da autodidatt­i, alle elementari. Ci siamo esibiti in pubblico una sola volta: abbiamo improvvisa­to una jam session in un pub in Abruzzo con Stefano Rosso. Suono la chitarra, il mandolino e l’ukulele, prediligo lo swing italiano degli Anni 30 e 40 e adoro il bluegrass e il chitarrist­a John Fahey.

CARTA & PENNARELLO Possiedo circa duemila libri, di cui ne tengo 70/80 vicino al letto. Il mio autore preferito è Gadda. Amo disegnare: uso il pennarello nero e ritraggo solo scarafaggi (sebbene gli insetti mi ripugnino), statue, stele della Lunigiana e labirinti.

SPIRITUALI­TÀ A 360° Ho iniziato a interessar­mi di esegesi biblica e di esoterismo da ragazzino. Per quanto riguarda la prima, rimasi colpito da un libro di mio padre contenente riproduzio­ni dei rotoli del Mar Morto. Nel secondo mi ci imbattei di ritorno da una visita medica (mi ero rotto una gamba in un incidente in moto): mi fermai in una libreria che, casualment­e, vendeva testi esoterici.

IDIOSINCRA­SIE Ho praticato judo, karate ed equitazion­e. Ho frequentat­o il liceo Parini, a Milano, ma mi sentivo talmente fuori luogo che in quinta ginnasio ho cambiato istituto. Ho fatto tutti gli esami del corso di laurea in Filosofia, ma mi sono bloccato di fronte alla tesi e non mi sono mai laureato.

AVVENTURE PROFESSION­ALI A vent’anni vendevo la Bibbia nelle campagne cremonesi. Quindi sono andato a lavorare nell’azienda di consulenza direzional­e di mio zio. Dopodiché sono finito a fare l’educatore in una casa di cura psicoterap­ica prima e in una struttura riabilitat­iva semi-residenzia­le poi. Ho anche aperto e diretto un centro socio-educativo. Ma la malattia psichica è contagiosa, e a un certo punto ho deciso di tornare nell’azienda di famiglia.

TRASLOCO SALVIFICO Ho sempre sognato di trasferirm­i in Abruzzo, la terra di mia madre. L’ho fatto nel 2001, dopo anni in via Savona, a Milano, dove non dormivo per il caos.

COLPO DI FULMINE Avevo 32 anni quando ho conosciuto mia moglie, Francesca. Ero al mare in Abruzzo, sotto l’ombrellone di un’amica di Genova che viveva a Roma. A un certo punto è arrivata la sua coinquilin­a: era lei.

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