Bar delle vitamine

Col sacco d’anni in groppa, sulla strada dei triboli, invocata è la mescita pubblica di lena e di coraggio. Oh, le bottiglie alla parete, belle più dell’anfore etrusche, in vaghissima schiera di luci e di colori! Come, ghiotto al delirio del sonno, potrà, mai, bisàvolo temere il vuoto letargo della morte? Goda, però, il finale pieno ardor della vita! Sugga, ai vitrei poppatoi policromi, e filtri ed elisiri! Scienza della Salute, in trono onoratela: pur se lo scotto Essa accolga e marsupio ne faccia, al sottobanco! I legumi, linfe ed essenze vi esprimono. Maga è, la botanica, ai vostri nervi. E gemme e fiori e frutti; e bucce e baccelli in fermento, di patate, fagioli, piselli; rubizza pàtina vi faranno in viso; la duratura maschera di sanità e d’estetica, incarnate. Nèttari al ferro, al cloro: – forse – all’arsenico: depurativi al circolo del sangue. Porpore al pomodoro infuse, atte alla funzionale migliorìa de’ reni: forsanco, de’ capelli al selvoso rigùrgito: alla cultura divina del buonumore e della gran risata. Vegetariane vitamine, osanna! Ora, è, dell’orto. Gloria ai semi e ai còrtici! Noi ci rifaremo della tua polpa e del tuo sangue, o zucca! Dànne spirito e fiamma, ardire ed eroismo, o rapa! Poeti! A noi, il congelato genio astratto ed astrattista, accenda un cok-tail futurista di succhi d’urtica, ramolacci e peperoni: con polvere pìrica di pàprica ad alto pimento infernale! E battezziamo in coro, al cozzo dei bicchieri variotinti – o carciofo – il « Bar moderno del Capolavoro al Cinar »!