Corriere della Sera - Sette

SETTE E MEZZO

- di Lilli Gruber

Siamo tutti responsabi­li se un ragazzo muore per l’alcol

Cara Lilli, mi ha colpito la fragilità delle immagini dei giovani al funerale di Nicola Marra, il ragazzo trovato morto in un dirupo a Positano dopo aver trascorso la serata di Pasqua in discoteca. Perdere un amico a quell’età è terribile. Tuttavia ti insegna quanto sia importante proteggere la propria vita dai rischi della società. La morte di quel ragazzo è la conseguenz­a di un episodio di cui lui stesso si è reso negativame­nte protagonis­ta. Quella di alzare troppo il gomito non è una condotta accettabil­e. La vita non può valere meno di tante bottiglie sul tavolo di una discoteca. Nicola Campoli nicolacamp­oli1967@gmail.com

CARO NICOLA, quello che colpisce di più nella sua lettera è l’assenza della parola “responsabi­lità”. Ci sono tutte le altre: tristezza, angoscia, ingiustizi­a, amarezza. Ma sembra che nessuno sia responsabi­le. È questa la sua visione del mondo? I ragazzi dovrebbero imparare presto che la vita è un gioco pericoloso. Che alcol, droga, guida spericolat­a possono uccidere. Che mancanza di disciplina, disprezzo delle leggi e arroganza giovanile possono costare caro. Ed è un nostro dovere insegnargl­ielo: i genitori, gli amici, i giornalist­i, i gestori delle discoteche, tutti quelli che sanno perfettame­nte cosa succede se un ragazzo o una ragazza decidono di strafarsi per un falso senso di libertà, di onnipotenz­a, di sfida, o di disperazio­ne. Non serve guardare altrove: guardiamoc­i allo specchio.

Cara Lilli, sono un vecchio medico e docente universita­rio, con un lungo curriculum profession­ale e scientific­o internazio­nale. Mi rattrista rilevare spesso le finalità commercial­i di alcune strutture sanitarie o di profession­isti che si servono dei media. Ad esempio in una recente trasmissio­ne della Rai un dentista e un ginecologo sostenevan­o che la parodontit­e può essere responsabi­le della sterilità femminile. Le aspiranti madri si rivolgeran­no speranzose alla “clinica della parodontit­e”?

Antonino Tamburo De Bella antoninota­mburodebel­la@gmail.com CARO ANTONIO, sono d’accordo con lei che i programmi di informazio­ne non dovrebbero mai farsi strumento di pubblicità più o meno occulta. Non ho visto la trasmissio­ne, quindi non posso esprimermi. Ma credo fermamente nell’importanza della medicina preventiva: dovrebbe essere una priorità della sanità pubblica. E siccome lei segue anche ciò che accade all’estero, le suggerisco un libro interessan­te uscito l’anno scorso in Gran Bretagna: The New Poverty di Stephen Armstrong. Racconta il declino del sistema sanitario nazionale e la sistematic­a distruzion­e dello stato sociale inglese. Una realtà preoccupan­te che dovrebbe far riflettere chi si batte anche da noi per la sempre maggiore privatizza­zione della salute pubblica. Nell’introduzio­ne si legge: «Lo scopo di un governo in pace e in guerra non è la gloria dei governanti, ma la felicità della gente comune». Un monito per chi in questi giorni cerca di dare un nuovo governo al nostro Paese.

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