COME NASCE UNA COPERTINA DI 7 ?
La persona che ha contribuito a definire l’immagine del nuovo spiega i meccanismi creativi in una redazione piena d’idee, fantasia e informalità. Solo unendo gusti, talenti e generazioni può uscire qualcosa di originale, no?
COME NASCE UNA COPERTINA DI 7? Da un foglio bianco e da una scatola di pastelli, quasi sempre. Il direttore scarabocchia, la redazione scarabocchia, io scarabocchio e li guardo scarabocchiare. Poi mi accorgo che, colorato e imprevisto, è sbucato il germoglio della copertina. Il compito mio e dei colleghi grafici è dargli luce e farlo crescere.
SI PUÒ DIRE CHE PRODURRE le copertine di questo 7 è un processo lungo e divertente? Divertente perché lungo. Quasi sempre partiamo dall’argomento e dal titolo, spesso frutto di un’intuizione del direttore. Ma subito dopo si lavora tutti insieme, con i capiredattori, la redazione, la ricerca fotografica. In maniera informale. Non abbiamo mai fatto, che io ricordi, una riunione sulla copertina (Bsev detesta le riunioni). Arriva da sola, basta tenere le finestre della mente aperte.
QUANDO ABBIAMO DECISO la strada, noi grafici iniziamo a cercare le proposte più adatte al nostro giornale. Sappiamo che 7 abbraccia un pubblico ampio – per età, per residenza, per interessi, per lavoro e abitudini. Quindi dobbiamo pensare a un messaggio altrettanto ampio. Vogliamo comunicare qualcosa che sia comprensibile a tutti, in maniera diretta. Una copertina non dev’essere studiata come un antico manoscritto. Dev’essere immediata. Deve sorprendere, emozionare e raccontare qualcosa.
IL DIRETTORE, SUL PUNTO, non scende a compromessi: gira per la redazione, con la bozza di copertina in mano, chiedendo il parere di tutti. Difende le sue idee, ma è disposto a cambiarle. Per la prima volta, in tanti anni di giornali, ho sentito pronunciare l’espressione “insubordinazione rispettosa”. Descrive benissimo l’ambiente in cui lavoriamo. Bsev sollecita le critiche e ama sentire opinioni diverse dalla sua; dice che solo così, mettendo insieme gusti, talenti e generazioni, può uscire qualcosa di originale. Una volta create le prime prove di copertina le attacchiamo con il nastro adesivo alle pareti. A volte arriviamo anche a una decina di proposte. La preparazione di Basta sesso? (5 aprile) è stata entusiasmante. Alcune proposte erano originali, ma impubblicabili (!). Altre estremamente divertenti. Non è facile illustrare un tema del genere senza scivolare negli stereotipi. Ma credo che ci siamo riusciti. Il direttore ha detto: «Decide la parte femminile della redazione, stavolta. Se una sola tra le nostre colleghe non è d’accordo sull’immagine di copertina, si cambia».
CERTO È PIÙ FACILE FARE COPERTINE FOTOGRAFICHE, con i volti di personaggi noti. Oppure partendo da un fatto di cronaca. Oppure inserire tanti elementi diversi. Catturare lo spirito dei tempi e riassumerli in un’unica immagine – è il marchio di 7, come sapete – richiede capacità di sintesi, intuizione. E curiosità. Vuol dire discutere, guardare, leggere, viaggiare, aggiornarsi sulle tendenze. Ci sono molti segnali intorno a noi, anche sui muri delle città. Il problema è che, spesso, non li vediamo.
VI FACCIO UN ESEMPIO. Camminando per le strade di New York – dove vivo da anni e torno ogni tanto anche
durante questa bella esperienza italiana – avevo notato tanti manifesti che preannunciavano le nuove serie televisive. E avevo notato che avevano un comune denominatore: erano pittorici, le foto manipolate con colori brillanti. Così è nata poi la copertina sulla politica ( Chi vince, chi perde?, 25 gennaio), che ci ha aperto la serie di interviste durante la campagna elettorale.
ALTRE VOLTE SIAMO RICORSI ALL’ARTIGIANATO, come per la copertina su Tripadvisor ( Ristoranti e recensioni:
possiamo fidarci, 29 giugno?): abbiamo comprato alcune forchette e una pinza, le abbiamo deformate e fotografate. La copertina sulle Sette Modeste Proposte per l’Italia (22 marzo)? Abbiamo acquistato una scatola di pastelli al supermercato, abbiamo scelto quelli verdi, bianchi e rossi, li abbiamo adagiati su un foglio e abbiamo fotografato il tutto. Ecco la copertina!
LE MIE PREFERITE? La prima ( Vi odio tutti, 27 aprile), quella con il bersaglio ( Sei giovane? Non ti pagano?, 11 maggio), Servo?, sull’immigrazione (1 giugno), la Sardegna sciolta ( Breve storia polemica della Costa Smeralda, 27 luglio), l’invidia con Sofia Loren (5 agosto) e la vanità con Brigitte Bardot (24 agosto), quella tutta nera ( Che cos’è oggi la paura?, 26 ottobre), Milano città europea (7 dicembre), Quanto costa un influencer? (8 marzo, non facile!), Salvini-Di Maio sull’automobilina (15 marzo, profetica?) e Di chi abbiamo fiducia? (29 marzo), con la freccia e la mela tricolore. Anche all’interno il nostro giornale è diverso dagli altri. Non facciamo quasi mai le foto smarginate a piena pagina, troppo facile! Le foto entrano dall’alto, dal basso, lasciando spazi bianchi insoliti. I titoli cambiano for- ma e carattere, perché ogni articolo ha il suo percorso e deve essere interpretato di conseguenza. Le giustezze delle colonne sono diverse: a volte a bandiera, a volte a blocco. Un insieme confuso? Per nulla. Se lo smontate e lo vedete nella sua interezza (vedi timone) ha una sua logica precisa. Rifiutiamo tutte quelle regole grafiche che ingabbiano un giornale e, dopo poco, lo rendono ripetitivo.
NEL 2018, IN UN MONDO VELOCISSIMO dominato da internet, in cui tutto cambia continuamente, questo è l’unico modo di concepire un settimanale. Dev’essere emozionante, stimolante e ironico. Piacevole da tenere in mano e bello da guardare. Come vedete in questa copertina, oggi celebriamo 52 esempi di delinquenza estetica creativa. E non abbiamo intenzione di smettere. Buon compleanno 7!