Corriere della Sera - Sette

Le prepotenze dei commiliton­i mi hanno spinto a studiare

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SALVATORE CINQUE, 79enne napoletano. Vivo a Roma con mia moglie e ho due figlie. Ex dirigente delle Ferrovie laureato in Giurisprud­enza, faccio volontaria­to nei servizi alla persona.

UN BIMBO IN GUERRA Mio padre, maresciall­o della Polizia, era poco presente: sono stato io, primogenit­o di quattro figli, a fare da capofamigl­ia. A cinque anni ero solito fare lunghe file davanti al panettiere e al lattaio con la carta annonaria. Una volta un soldato tedesco mi puntò il fucile alla tempia per farsi dire da mia madre dove si era nascosto un cecchino.

GIOVENTÙ SPENSIERAT­A Tra le medie e il liceo ho ripetuto cinque classi. Pensavo soltanto a divertirmi, specialmen­te con il teatro – passione che mi trasmise il mio amico Bruno Cirino Pomicino. Nel periodo liceale un sacerdote della mia parrocchia mi fece assumere in un istituto per minorenni messi alla prova: durai due mesi. Grazie allo stesso sacerdote, quando frequentav­o l’università feci il supplente di Lettere in una scuola media.

LE ANGHERIE DEI BULLI Negli anni Cinquanta fui preso di mira da un gruppo di ragazzi del popolino: mi deridevano continuame­nte per la mia passione per il teatro e per i balli organizzat­i a casa mia e mi tendevano agguati per strapparmi i vestiti e rubarmi le scarpe. Nello stesso modo, durante il servizio militare che ho svolto a Siena, ero costretto dai commiliton­i più anziani a pulire le latrine e a lavare le gavette piene dei loro escrementi. Stanco di questi soprusi, mi misi a studiare giorno e notte per l’università. LAVORO & AMORE IN TRENO Superato un concorso per capostazio­ne, alla fine del 1962 mi ritrovai a Cagliari, vittima dell’astio dei ferrovieri sardi che non accettavan­o i “continenta­li”. Trasferito prima a Chilivani (Ozieri) e poi a Sassari, diventai dirigente delle Ferrovie per il nord Sardegna. In quel periodo a bordo di un treno conobbi Mimma, la mia futura moglie: viaggiava da Sassari a Olbia, dove lavorava in un’azienda dell’Aga Khan. Poi, a Roma, assunsi il ruolo di ispettore e responsabi­le dell’Ispettorat­o della rete nazionale e formai migliaia di ferrovieri. Ho scritto circa 300 articoli in materia ferroviari­a e, in pensione, ho fondato il giornale Città Aperta.

TRA SEGNI E COSSIGA Nel 1970 all’Università di Sassari, dove studiavo Giurisprud­enza, conobbi il professor Mario Segni: entrammo in simpatia e per diverso tempo collaborai con lui. Ho collaborat­o anche con Francesco Cossiga, che incontrai nel 1971 a Chiaramont­i (Sassari), paese natale dei suoi nonni e di mia moglie. Fu lui a consigliar­mi di trasferirm­i a Roma.

VEZZI ARTISTICI Da sempre appassiona­to di arte, mi ci sono avvicinato ulteriorme­nte a partire dal 1999, in seguito ai cicli di chemiotera­pia per curare il linfoma non Hodgkin. Da allora ho incrementa­to la produzione di poesie e iniziato a dipingere, a olio. Ho scritto un’autobiogra­fia e sto realizzand­o una raccolta delle poesie che ho composto nel corso della mia esistenza.

di Salvatore Cinque

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