Manuale di conversazione
Il più bel romanzo dal vivo nella storia d’Italia? Le avventure del principe Raimondo Lanza di Trabia
A SUO TEMPO HO DEDICATO due puntate della rubrica a Mi toccherà ballare, la biografia del principe Raimondo Lanza di Trabia scritta dalla figlia Raimonda e dalla nipote Ottavia, pubblicata da Feltrinelli. Per me quello del Principe è il romanzo dal vivo più bello nella storia d’Italia. Del nobile siciliano è un fan (e non poteva essere diversamente) anche Silvano Calzini che scrive: «“Voglio il più grande giocatore del mondo”, disse un giorno l’allora presidente del Palermo, Raimondo Lanza di Trabia, nudo nella sua suite dell’Hôtel Gallia di Milano. Gianni Agnelli gli segnalò un danese che poteva vincere le partite da solo. E così Helge Christian Bronée, fuoriclasse danese matto come un cavallo, venne ingaggiato nel 1950 per la cifra record di 13 milioni e 937 mila lire dal Palermo del Principe, che era più matto di lui. Da qui in poi cito da Wikipedia. “Ben presto entrò in contrasto con l’allenatore dei rosanero Gipo Viani: durante una partita la sua squadra, per difendere il pareggio, si chiuse a catenaccio e lui, non gradendo, si spostò in difesa buttando la palla in autogol. Negli spogliatoi fu poi preso a botte dal suo allenatore. (Tutta da verificare la veridicità dell’episodio perché negli almanacchi del calcio non risultano sue autoreti durante la militanza nel Palermo)”. Questa storia sembra uscita dalla penna di Luciano Bianciardi. Enrico Vanzina dovrebbe scriverci un film. Pensi che personaggi: Bronée, il principe Lanza di Trabia, Gianni Agnelli, Gipo Viani». Molte fonti sostengono che il biondo Helge Christian Bronée sia stato il calciatore europeo più playboy.
VANZINA/1. Scrive Giuseppe Mascioni: « La sera a Roma di Enrico Vanzina è davvero un libro che merita di essere letto. Raramente le sue raccomandazioni mi hanno deluso».
VANZINA/2. Scrive Cettina Cianciolo: «Le serate romane vanziniane così e così, belle pagine sulla Roma malamente aggredita e bei ritratti di Pietro Calabrese, Dino Risi, Mario Monicelli, troppi salotti e terrazze e vezzi di una aristoborghesia agiata o penosamente in decadenza già più volte vista e rivista». Cara Cettina, e se la borghesia fosse stata comunque il meglio che ha avuto l’Italia? Ci pensi.