Corriere della Sera - Sette

10-ZONE – DUELLO D’OPINIONI

«Sarebbe giusto che anche in questo settore si applicasse­ro logiche imprendito­riali», spiega l’economista. «Il diritto alla mobilità è un bene fondamenta­le ed è quindi corretto che sia a carico della fiscalità generale», ribatte l’assessore

- Controvers­ie civilmente sollevate da Rossella Tercatin

Mezzi pubblici: il prezzo del biglietto deve coprire il costo del servizio?

I PREZZI SONO CRUCIALI in una società: rappresent­ano il punto d’incontro fra chi compra e chi vende, e quando sono corretti, tutte le parti coinvolte ci guadagnano. Ricordo poi che quando ci si muove in una logica imprendito­riale, il prezzo deve anche garantire il profitto, che non è solo la remunerazi­one di quanto si sta facendo, ma anche un segnale che si sta lavorando bene, ovvero l’apprezzame­nto del compratore. Quando parliamo però di ciò che fa lo Stato ci troviamo lontani anni luce da tutto questo: il prezzo appunto non copre neppure i costi. Entrando nello specifico del trasporto pubblico, spesso si giustifica la sua definizion­e di servizio pubblico con ragioni ecologiche. Tuttavia, se guardiamo al caso della Tav, vediamo che la definizion­e di sostenibil­ità ambientale non è così chiara. A chi invece parla di redistribu­zione del reddito, dico che non sempre chi prende i mezzi è meno abbiente di chi guida, anzi non è affatto strano che coloro che vivono in periferia o in provincia non abbiano altra scelta se non la macchina, mentre negli esclusivi centri città sia facile usare bus e metropolit­ana. A mio parere, l’ideale per il settore del trasporto pubblico sarebbe quello di aprire il mercato alla concorrenz­a privata ed entrare in logiche imprendito­riali: nel trasporto aereo è stato positivo. Però già iniziare a coprire i costi sarebbe un passo avanti positivo. A MIO PARERE sarebbe sbagliato avere la pretesa di coprire i costi del trasporto pubblico con i prezzi dei biglietti. Senz’altro è bene che i proventi ne coprano una parte, ma non più di questo. Il diritto alla mobilità dei cittadini è fondamenta­le: parliamo quindi di un servizio pubblico essenziale, ed è quindi corretto che sia a carico della fiscalità generale. Infatti dall’utilizzo di autobus, tram e treni per spostarsi non trae benefici soltanto il viaggiator­e stesso, ma l’intera collettivi­tà: le città sono meno congestion­ate quindi ci si muove più facilmente e sono meno inquinate, con conseguenz­e positive sulla salute di tutti i cittadini. Attualment­e a Milano i biglietti coprono comunque circa il 40 per cento dei costi e ci stiamo impegnando nella lotta all’evasione, cosa che i cittadini apprezzano perché pensano sia giusto pagare qualcosa e pagare tutti. È vero che dal 2019 aumenterem­o i prezzi però, a fronte di un incremento del servizio, verranno aggiunti tanti chilometri di linee e molte corse, soprattutt­o in periferia. Stiamo lavorando per ricevere anche più risorse dallo Stato e speriamo di ottenerle. Il contributo degli utenti resta però determinan­te.

Carlo Lottieri, 57 anni, economista e filosofo, è direttore del Dipartimen­to Teoria Politica dell’istituto Bruno Leoni. Marco Granelli, 55 anni, è assessore del Comune di Milano per Mobilità e Ambiente

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