10-ZONE – DUELLO D’OPINIONI
«Sarebbe giusto che anche in questo settore si applicassero logiche imprenditoriali», spiega l’economista. «Il diritto alla mobilità è un bene fondamentale ed è quindi corretto che sia a carico della fiscalità generale», ribatte l’assessore
Mezzi pubblici: il prezzo del biglietto deve coprire il costo del servizio?
I PREZZI SONO CRUCIALI in una società: rappresentano il punto d’incontro fra chi compra e chi vende, e quando sono corretti, tutte le parti coinvolte ci guadagnano. Ricordo poi che quando ci si muove in una logica imprenditoriale, il prezzo deve anche garantire il profitto, che non è solo la remunerazione di quanto si sta facendo, ma anche un segnale che si sta lavorando bene, ovvero l’apprezzamento del compratore. Quando parliamo però di ciò che fa lo Stato ci troviamo lontani anni luce da tutto questo: il prezzo appunto non copre neppure i costi. Entrando nello specifico del trasporto pubblico, spesso si giustifica la sua definizione di servizio pubblico con ragioni ecologiche. Tuttavia, se guardiamo al caso della Tav, vediamo che la definizione di sostenibilità ambientale non è così chiara. A chi invece parla di redistribuzione del reddito, dico che non sempre chi prende i mezzi è meno abbiente di chi guida, anzi non è affatto strano che coloro che vivono in periferia o in provincia non abbiano altra scelta se non la macchina, mentre negli esclusivi centri città sia facile usare bus e metropolitana. A mio parere, l’ideale per il settore del trasporto pubblico sarebbe quello di aprire il mercato alla concorrenza privata ed entrare in logiche imprenditoriali: nel trasporto aereo è stato positivo. Però già iniziare a coprire i costi sarebbe un passo avanti positivo. A MIO PARERE sarebbe sbagliato avere la pretesa di coprire i costi del trasporto pubblico con i prezzi dei biglietti. Senz’altro è bene che i proventi ne coprano una parte, ma non più di questo. Il diritto alla mobilità dei cittadini è fondamentale: parliamo quindi di un servizio pubblico essenziale, ed è quindi corretto che sia a carico della fiscalità generale. Infatti dall’utilizzo di autobus, tram e treni per spostarsi non trae benefici soltanto il viaggiatore stesso, ma l’intera collettività: le città sono meno congestionate quindi ci si muove più facilmente e sono meno inquinate, con conseguenze positive sulla salute di tutti i cittadini. Attualmente a Milano i biglietti coprono comunque circa il 40 per cento dei costi e ci stiamo impegnando nella lotta all’evasione, cosa che i cittadini apprezzano perché pensano sia giusto pagare qualcosa e pagare tutti. È vero che dal 2019 aumenteremo i prezzi però, a fronte di un incremento del servizio, verranno aggiunti tanti chilometri di linee e molte corse, soprattutto in periferia. Stiamo lavorando per ricevere anche più risorse dallo Stato e speriamo di ottenerle. Il contributo degli utenti resta però determinante.
Carlo Lottieri, 57 anni, economista e filosofo, è direttore del Dipartimento Teoria Politica dell’istituto Bruno Leoni. Marco Granelli, 55 anni, è assessore del Comune di Milano per Mobilità e Ambiente