Corriere della Sera - Sette

PAROLE ITALIANE

- versi amorevolme­nte recuperati da Luca Mastranton­io

Bellezza e inquietudi­ne di Antonia Pozzi

Bellezza

Ti do me stessa, le mie notti insonni, i lunghi sorsi di cielo e stelle – bevuti sulle montagne, la brezza dei mari percorsi verso albe remote. Ti do me stessa, il sole vergine dei miei mattini su favolose rive tra superstiti colonne e ulivi e spighe. Ti do me stessa, i meriggi sul ciglio delle cascate, i tramonti ai piedi delle statue, sulle colline, fra tronchi di cipressi animati di nidi – E tu accogli la mia meraviglia di creatura, il mio tremito di stelo vivo nel cerchio degli orizzonti, piegato al vento limpido – della bellezza: e tu lascia ch’io guardi questi occhi che Dio ti ha dati, così densi di cielo – profondi come secoli di luce inabissati al di là delle vette –

La notte inquieta

Dissepolte foglie nei viali c’inseguiron­o, stridendo. Rami dai cancelli protesero le loro ombre oscillanti sull’asfalto. Muti a sbocchi di strade immobili fanali guardano luci a scroscio fuggenti, tra rotaia e ruota una scintilla verde che scocca. Le case vogliono pause di sonno a occhi chiusi nel tremante silenzio: ma passi ancora nascono agli svolti, l’alba come una foglia dissepolta c’insegue.

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