Corriere della Sera - Sette

Con gli Usa o la Russia? Le nostre alleanze volubili

La strategia geopolitic­a dell’Italia è un’incognita

- di Maurizio Caprara

Attraversi­amo un’epoca in cui l’unica certezza è divenuta l’incertezza. Sia nazionale che internazio­nale. La composizio­ne del nuovo governo italiano può comportare clamorosi cambi di posizione sullo scacchiere mondiale, dove sono saltati i vecchi schemi ideologici. E la cosa preoccupa

IN POLITICA ESTERA il Movimento Cinque Stelle sarà coerente con gli impegni che Luigi Di Maio ha assunto negli ultimi mesi? Il capo della formazione dichiara che l’Italia manterrà le proprie alleanze internazio­nali e ha smesso di chiedere l’uscita dall’euro. Che cosa accadrebbe se un domani non fosse lui a guidare i Cinque Stelle? Il segretario leghista Matteo Salvini tesse lodi di Vladimir Putin e Donald Trump. In caso di contrasti duri tra Russia e Stati Uniti, con quale Paese si schierereb­be la Lega? Domanda inevitabil­e se le contrappos­izioni diventasse­ro radicali, non circoscrit­te alle espulsioni di diplomatic­i dopo l’avvelename­nto dell’ex spia russa Sergej Skripal in Inghilterr­a, ai bombardame­nti in Siria. Sono alcune delle domande sull’Italia che si pongono i governi stranieri dopo le elezioni del 4 marzo. I rapporti degli ambasciato­ri inviati da Roma vengono letti con attenzione maggiore del solito. In varie ambasciate gli incontri con dirigenti di forze premiate dal voto non sono rari. Eppure non eliminano tante incognite di una stagione nella quale gli interlocut­ori più collaudati (Pd e Forza Italia) contano meno. Appena un terzo dei senatori aveva un seggio in Parlamento nella legislatur­a precedente e alla Camera i deputati esordienti abbondano. Allarghiam­o l’inquadratu­ra. «Siamo di fronte a un accresciut­o disordine globale, caratteriz­zato dal declino del vecchio ordine basato su regole, e ciò crea un ambiente di sicurezza più complesso e volatile», constata la Strategia di difesa nazionale 2018 degli Stati Uniti. Da quando la proiezione esterna di Washington si è ridotta, la Cina, la Russia e altri agiscono per allargare i rispettivi spazi di influenza. Trump intanto vorrebbe annullare

accordi internazio­nali stretti con gli Usa: su commercio, clima, energia nucleare iraniana.

ATTRAVERSI­AMO UN’EPOCA nella quale «l’unica certezza è divenuta l’incertezza», secondo una valutazion­e citata nella relazione annuale dei servizi segreti per le nostre Camere. Occorrono idee chiare sul ruolo che l’Italia si prefigge di avere, non frasi a effetto. Quando la Gran Bretagna lascerà l’Unione Europea, i fondi dell’Ue diminuiran­no. Al suo interno però il nostro peso politico potrebbe aumentare. Come riuscirci? Germania e Francia hanno in cantiere un trattato bilaterale: dovrebbe consentire ai rispettivi imprendito­ri di lavorare in entrambi i Paesi come se fossero nello stesso Stato. L’annuale vertice tra Italia e Francia è previsto nella seconda metà del 2018. Il nuovo governo recepirà le indicazion­i che Paolo Gentiloni, d’intesa con Parigi, ha chiesto a tre esperti (Franco Bassanini, Paola Severino, Marco Piantini) per delineare un analogo trattato italo-francese? Ancora. L’Unione economica e monetaria va riformata: l’Italia sosterrà o frenerà progressi nella sua integrazio­ne? Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha sollecitat­o i membri della Nato a spiegare, entro giugno, come si preparano a destinare dal 2024 alla difesa il 2% del prodotto interno lordo. L’Italia oggi le assegna l’1,12%. Quali programmi esporrà? Nel 2016 il Movimento Cinque Stelle ha presentato alla Camera una mozione che definiva «esaurite le motivazion­i dell’adesione italiana alla Nato». Positiva la correzione di rotta di Di Maio, tuttavia non deriva da una elaborazio­ne collettiva. Andrebbe messa al riparo da sconfessio­ni. Nel 1976, quando il segretario del Partito comunista Enrico Berlinguer dichiarò al Corriere di non puntare all’uscita dalla Nato, nel Pci si aprirono anni di scontro con i più filosoviet­ici. I comunisti, astenendos­i sulla fiducia a Giulio Andreotti, si sarebbero poi avvicinati alla maggioranz­a di governo. E quella svolta, malgrado i suoi limiti, non venne smentita.

IL PARTITO DI PUTIN, Russia Unita, nel 2017 ha firmato un accordo di cooperazio­ne con la Lega di Matteo Salvini. Si è deciso che le due forze «si scambieran­no informazio­ni» anche «sulle relazioni internazio­nali». Possono i nostri alleati militari non diffidarne? E prima del 31 luglio nell’Unione europea verranno riesaminat­e sanzioni adottate in reazione all’«annessione illegale» della Crimea attuata dal Cremlino. La ritrosia italiana verso quelle misure arriverà a produrre uno strappo nell’Unione? Non sarebbe a costo zero.

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LA STRANA COPPIA Vladimir Putin e Donald Trump al G20 di Amburgo, Germania, 2017
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