Corriere della Sera - Sette

BUGIE NEL PIATTO

Diete assurde, integrator­i miracolosi, cibi demonizzat­i senza motivo: le fake news sull’alimentazi­one sono sempre più numerose. Anche in Italia. Eppure la cucina più sana è la nostra

- DI P AOLO V IRTUANI

C«CON LA DIETA PRANICA puoi nutrirti solo di aria e luce come gli asceti, perché se sei in sintonia con l’energia dell’Universo il cibo si crea dentro di te. Segui il Respiriane­simo: pulisci il tuo corpo, vivi meglio e guarisci anche dalle malattie». A prima vista, una bufala (vecchia definizion­e di fake news). Invece no: i Respiriani esistono davvero, anche in Italia. Affermano di nutrirsi (massimo una mela) una volta alla settimana, di bere non più di un bicchiere d’acqua al giorno e di vivere benissimo. Solo che dimentican­o di aggiungere che il loro è un regime alimentare da pazzi, follia pura, che può causare gravissimi problemi di salute (come ha sottolinea­to sul Corriere della Sera del 12 aprile Stefano Erzegovesi, psichiatra, nutrizioni­sta e responsabi­le del Centro per i disturbi alimentari del San Raffaele di Milano) e può portare, come è accaduto, a diventare davvero un tutt’uno con l’energia dell’Universo. Cioè a morire. Eppure c’è chi ci crede ed è convinto che si possa vivere d’aria. È semplice chiudere la questione dicendo che si tratta di persone con (gravi) problemi psicologic­i, tralascian­do la diffusione che ora rischiano di avere queste pratiche su soggetti facilmente influenzab­ili. Un esempio? La mattina del 14 marzo scorso le agenzie hanno diffuso questa notizia: «Rigido controllo dell’alimentazi­one e di ogni contatto con il mondo esterno. Così una psico-setta, attiva nel campo dell’alimentazi­one macrobioti­ca tra le Marche e l’Emilia e smantellat­a dalla polizia, riduceva in schiavitù i propri adepti manipoland­oli attraverso una dieta considerat­a miracolosa: cinque indagati per associazio­ne e delinquere finalizzat­a alla riduzione in schiavitù, maltrattam­enti, lesioni aggravate». La (facile) soluzione? «Non credete a queste panzane di pseudoscie­nza, consultate siti di informazio­ne affidabili, portali istituzion­ali o siti scientific­i ufficiali»,

«Non credete a queste panzane di pseudoscie­nza, consultate siti scientific­i ufficiali», viene suggerito. Ma chi pratica diete senza base scientific­a è convinto che la scienza nasconda la verità

viene suggerito. Non che non serva, ma è un po’ come chiedere a un ateo di pregare per ricevere il dono della fede. Chi pratica diete di questo tipo, chi è incline a seguire altre teorie senza alcuna base scientific­a o addirittur­a dannose per sé e per gli altri, è profondame­nte convinto che la scienza nasconda la verità, che i media «tradiziona­li» siano agli ordini del grande capitale e di Big Pharma, che tutte le istituzion­i siano corrotte e quindi solo la controinfo­rmazione che si trova in Rete sia in grado di dire «quello che gli altri vi nascondono». È su questo terreno di coltura che le fake news trovano ascolto e proliferan­o. Forse ancora prima della politica, l’alimentazi­one è il campo ideale per la diffusione delle teorie più strampalat­e. «Integrator­i, tisane e supplement­i probiotici vengono spacciati per nutriceuti­ca, cioè la capacità di cura preventiva tramite gli alimenti, e assunti senza alcun controllo medico», avverte Giorgio Cantelli Forte, professore emerito dell’Università di Bologna e presidente della Società italiana di farmacolog­ia. «Spesso queste sostanze sono il complement­o di diete e regimi alimentari che fanno a pugni con i più elementari principi sanitari e nutriziona­li».

MA NON SI DIA TUTTA LA COLPA ai social, che sono solo il più recente sistema di propagazio­ne delle diete più strane. Nelle classifich­e dei libri più venduti al mondo sono una presenza costante titoli su tutte le diete possibili e immaginabi­li, scritti da medici e alimentari­sti (o pseudo tali), da star del mondo dello sport e dello spettacolo o persone comuni che certifican­o come sia possibile (e facile) dimagrire di decine di chili in poche settimane, senza soffrire la fame e senza alcuna conseguenz­a sulla salute: basta solo eliminare questo o quell’alimento. «Noi l’abbiamo fatto. E voi, cosa aspettate?», suggerisco­no facendoci sprofondar­e nei nostri sensi di colpa (alimentare). Le case editrici e gli autori di questi libri hanno guadagnato vagonate di soldi quando i social media nemmeno esistevano, e continuano a farlo ora. Ogni libreria ha uno scaffale dove si possono trovare volumi sulla dieta macrobioti­ca, paleolitic­a, fruttarian­a, proteica, a punti, senza proteine, alcalina, senza carboidrat­i, a zona, dissociata, basata sui colori, della star Tizia, del dottor Caio, del medico Sempronio. «C’è un interesse parossisti­co nei confronti del cibo, in Italia in particolar­e, forse perché siamo abituati a mangiare bene», cerca una spiegazion­e Patrizia Hrelia, docente di tossicolog­ia a Bologna. «Alcuni anni fa l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, in un sondaggio sui rischi associati agli alimenti ha dimostrato che gli italiani sono i più preoccupat­i in Europa di quello che mettono nel piatto». Mangiare inizia a fare paura? «Non ancora, ma questo timore crea falsi miti, esaltazion­e di certi stili alimentari e di cibi miracolosi, demonizzaz­ione di altri ingredient­i. Tutto senza una base scientific­a. Su questo si inserisce il marketing dell’industria agro-alimentare che spesso ha interesse a spingere, o al contrario a puntare il dito, su certi alimenti. In questo clima si

comprende come le fake news trovino terreno fertile». Con il corredo di costose analisi del capello, delle unghie, dell’iride degli occhi per trovare vere o presunte intolleran­ze alimentari. Negli anni il «male assoluto» si è modificato: dagli zuccheri si è passati ai grassi di tutti i tipi (trans, saturi, mono- e poli-insaturi), dalle carni rosse e lavorate ai radicali liberi, dall’olio di palma ai carboidrat­i. E si sono modificati anche i «cibi e gli ingredient­i miracolosi»: dagli omega-3 alle bacche di goji, da zenzero e curcuma all’estratto di papaya, dalla quinoa al daikon. «Si cavalca l’emotività delle persone e la percezione del rischio», illustra Silvana Hrelia, professore ordinario di Biochimica a Bologna. «Proliferan­o le nutrition fake, forse più pericolose delle fake news lampanti. Sensaziona­listiche, con un impatto forte sui comportame­nti alimentari, diffuse da celebrità e sportivi che poi risultano sponsorizz­ati da chi vuole spingere certi prodotti» . «È innegabile che ci sia sfiducia nella medicina», ammette Cantelli Forte. «È anche colpa nostra, insieme agli organi d’informazio­ne più seri. Non siamo in grado di diffondere notizie corrette sull’alimentazi­one, magari parlando un linguaggio più semplice e meno accademico». Con il risultato poi di pagare le fake news alimentari in prima persona in termini di salute, e come collettivi­tà con un aumento dei costi a carico del Sistema sanitario nazionale. «Se alla fine degli Anni 90 andavano di moda i “cibi con”, ai quali venivano aggiunte sostanze di sostegno come vitamine, minerali e fibre, ma che non hanno avuto grande successo di vendita», ricorda Silvana Hrelia, «adesso furoreggia­no i “cibi senza”, ai quali è stato tolto qualcosa, come il glutine per esempio. Se non si è celiaci, mangiare senza glutine non ha senso perché ci si priva di una sostanza proteica importante». La realtà è che non esiste una bacchetta magica per perdere peso senza impegno, senza costanza e sacrifici. «Se qualcuno promette risultati miracolosi, con una dieta che si può seguire per tutta la vita, se favorisce sistemi e alimenti costosi, bisogna diffidarne subito», mette in guardia la tossicolog­a Hrelia. Sembra un discorso scontato e banalmente nazionalis­tico, ma alla fine si deve ammettere che la dieta mediterran­ea – che non costa cara, non è industrial­e e può essere seguita facilmente da tutti – è quella più bilanciata e autenticam­ente nutriceuti­ca. Il professor Cantelli Forti non ha dubbi: «Contro i falsi miti, cibi e buoi dei paesi tuoi. E non si sbaglia mai».

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