Corriere della Sera - Sette

Ho aperto un asilo per cani dopo un viaggio nel deserto

- di Romina Capra

ROMINA CAPRA, nata a Bra (Cuneo) 46 anni fa. Vivo con mio marito e i nostri due figli. Laureata in Scienze della Comunicazi­one, sono un’imprenditr­ice e un’educatrice cinofila in formazione. EMPATICA CURIOSA DETERMINAT­A

TORMENTONE INFANTILE Da bambina ripetevo di continuo: «Non voglio un fratellino, voglio un cane!». Non ho mai avuto né l’uno né l’altro. Così ho ripiegato sui cavalli: ho fatto equitazion­e dagli 11 ai 20 anni.

DIVORATRIC­E DI LIBRI Quando non ero all’aria aperta trascorrev­o moltissimo tempo a leggere – qualsiasi cosa: a 10 anni avevo già terminato tutti i libri della biblioteca di casa. Ora mi dedico principalm­ente allo studio dell’educazione cinofila.

COMUNICAZI­ONE UMANA Mi sarebbe piaciuto studiare il comportame­nto degli animali, ma per farlo avrei dovuto frequentar­e Biologia o Veterinari­a: non me la sentivo. Quindi ho accantonat­o il tema della comunicazi­one degli animali per concentrar­mi su quella delle persone. Dopo la laurea ho lavorato per un paio di anni in un’agenzia pubblicita­ria a Torino per poi trasferirm­i a Milano, a 24 anni, dove ho potuto realizzare il mio sogno di adottare un cane – Mousse, una fantastica rottweiler nera.

L’AMORE IN UNA PARENTESI Ho lavorato all’interno di agenzie pubblicita­rie, per oltre vent’anni, ad eccezione di un paio di anni in cui ho fatto la responsabi­le comunicazi­one di una rete di promotori finanziari. In questo contesto ho conosciuto Patrizio, il mio futuro marito. Lui era il direttore legale. Pur non essendo mai sulla stessa lunghezza d’onda, alla fine delle numerose riunioni che facevamo insieme spesso ci trovavamo a

chiacchier­are. Abbiamo scoperto così di amare entrambi i cani di grossa taglia. Per convincerm­i a uscire mi ha proposto di portare insieme Mousse al parco. Da quella sera non ci siamo più lasciati. Per me ha persino imparato a sciare a 40 anni.

SEGNALE D’ALLARME Tre anni fa, nel deserto della Namibia, mia figlia Lucrezia (che allora aveva nove anni) mi ha detto: «Mamma, non ridi più nemmeno quando sei in vacanza». Ho capito che era giunto il momento di una svolta. Il mio lavoro mi è sempre piaciuto molto, ma arrivata a una certa età sentivo che dovevo cambiare.

VITA DA CANI Poco più di un anno fa ho sentito due persone accennare a un asilo per cani. Mi sono documentat­a e ho scoperto che a Milano (dove ci sono più cani che bambini) ne esistono pochissimi. Insieme a mio marito, il mio socio di capitale, ho fatto un business plan e lo scorso gennaio ho aperto Vita da cani in un bellissimo posto accanto a casa. Con l’aiuto di quattro ragazze gestisco tra i 10 e i 14 cani al giorno (oltre al mio, un bulldog inglese di nome Aristotele): organizzia­mo giochi di attivazion­e mentale, momenti di socializza­zione, uscite al parco... I miei figli sono entusiasti, hanno un rapporto fantastico con i cani. Quando è morta Mousse mio figlio Lorenzo, allora in piena fase dinosauri, era disperato: temeva che, nel paradiso degli animali, un Tyrannosau­rus Rex avrebbe potuto farle del male.

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