VAN GOGH - AUTORITRATTO DI UN LETTORE INSOLITO
Sette ore per andare al lavoro. Mi salvano il treno e la pittura
FRANCESCO DI TRAGLIA, 36enne di Cassino (Fr). Vivo a Monticelli di Esperia con mia moglie e i nostri due figli. Laureato in Lettere Classiche e in Pittura, insegno Storia dell’Arte al liceo.
MUSICA, MAESTRO! Da bambino sognavo di fare il musicista. Ho iniziato a suonare il pianoforte a sette anni: un mio amichetto andava a lezione di musica e la cosa mi incuriosiva. È una passione che coltivo ancora. Adoro Mozart, Bach e Beethoven.
ARTE CATARTICA Quando ero al liceo un amico sacerdote che mi stava aiutando a superare la timidezza è morto all’improvviso. Per me è stato un trauma enorme. Ne sono uscito grazie a mia madre, che mi ha portato una tela con i colori. Pur avendo sempre disegnato, è stato allora che mi sono messo a dipingere in modo più serio. Nello stesso periodo ho cominciato a scrivere poesie (per lo più sulla solitudine e sul senso di incomunicabilità) e brevi racconti ambientati in piccoli paesi di campagna come il mio – nello stile di Tommaso Landolfi, nato in un borgo vicino a Cassino. Oggi mi dedico ad articoli di critica artistica e letteraria.
FUGHE A FIRENZE Mentre frequentavo l’università a Cassino ho trascorso alcuni mesi a Firenze presso gli allievi del pittore anacronista Pietro Annigoni per imparare l’affresco (ho dipinto un’Ultima Cena di 40 metri quadrati nella chiesa di Sant’Oliva di Pontecorvo) e la tempera grassa. Una volta laureatomi mi sono iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Roma, dove ho poi lavorato per tre anni come assistente in Decorazione e Mosaico. Mi piacerebbe molto insegnare lì. ODISSEA LAVORATIVA Dopo aver fatto qualche supplenza di Italiano a Como, ho deciso di studiare per ottenere l’abilitazione all’insegnamento di Disegno e Storia dell’Arte. Ho fatto il concorso l’anno scorso – ho dovuto prendere un diploma di liceo artistico da privatista. Attualmente insegno a Genzano di Roma, a 120 km da Monticelli. Viaggio sette ore al giorno per andare al lavoro: devo svegliarmi alle quattro, ma poi sul treno posso riposare e fare ciò che mi piace.
PENNELLI & METAFISICA Ogni tanto disegno e realizzo mosaici, ma soprattutto dipingo (per conquistare mia moglie, figlia di amici di famiglia, le ho fatto dei ritratti a olio). Negli ultimi tempi utilizzo un linguaggio metafisico, che rispecchia il mio modo di essere. In genere illustro le mie esperienze personali. Per esempio, ho raffigurato il mio soggiorno in una pensione – nella stanza accanto c’era una prostituta che lavorava: ho rappresentato lei come Leda ed il cigno di Paolo Veronese e me stesso come il Pittore nello studio di Harmenszoon van Rijn Rembrandt. Il quadro di una valigia piena di oggetti fa invece riferimento ai miei ricordi, a cui ho modo di pensare spesso in viaggio.
LA MAGIA DELLA PIANTUMAZIONE Sto riscoprendo la bellezza e l’importanza di piantare alberi, secondo la lezione dell’artista tedesco Joseph Beuys. Ho fatto delle talee di fico, una di gelsomino e una di ippocastano e quando è nato il mio primo figlio ho piantato un olivo.