Corriere della Sera - Sette

IL PESCE

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A sorprender­mi, nell’estate 2007, furono anche gli orari. Quelli del pranzo, mai prima delle 14, e della cena, sempre intorno alle 22. Certo, il sole tramonta tardi e il tramonto che avvampa sulla linea retta dell’oceano è uno spettacolo. Allora si rimane in giro, si fa una sosta in qualche freiduria: ce ne sono molte, specialmen­te nella Plaza de Las Flores affollata di bancarelle di fiori, e intorno al Mercado Central, dove, tra banchi di pesce freschissi­mo, ci si può sedere fuori con un cono di carta zeppo di pescaito frito. Si tratta di una licenza andalusa: nel resto della Spagna vige il corretto pescadito. L’eccezione serve a rimarcare che stiamo parlando del cibo più tipico, più amato: pesciolini, seppioline, gamberetti, cazón (un piccolo squalo), calamari, fritti in una pastella di farina di ceci. Un mese prima del Carnevale è poi d’obbligo la erizada, abbuffata di ricci di mare, sempre a spasso per la città e mai fermi dentro un luogo chiuso. Il Mercado è coperto, sì, e frequentat­issimo dai gaditani che fanno la spesa. Ciò non toglie che chi può cerca sempre di mangiare fuori, a tutte le età e a tutte le ore. Ma trovare un bar aperto alle 8 del mattino è un’impresa.

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