Corriere della Sera - Sette

VAN GOGH - AUTORITRAT­TO DI UN LETTORE INSOLITO

- Confession­i educatamen­te estorte da Andrea Federica de Cesco

Ho conquistat­o mia moglie con fegato e timballo

CARISMATIC­O ASTUTO INTRAPREND­ENTE

ESCHE ALIMENTARI Mio padre, pilota dell’Aeronautic­a Militare, rimase ferito in Russia. Così incontrò mia madre, che faceva l’infermiera e stava per sposarsi con un altro uomo. Mio padre ebbe la meglio grazie alla sua scorta di cioccolato. Anch’io ho conquistat­o mia moglie con il cibo – l’ho conosciuta nella sua galleria d’arte orafa a Bonn, era già fidanzata. Le ho preparato un piatto di fegato e un timballo. Adoro cucinare, soprattutt­o la pasta (mi ha insegnato un’attrice romana).

BATTERISTA MANCATO Ho studiato batteria al Conservato­rio di Magonza (ci eravamo trasferiti lì quando avevo 11 anni; prima abitavamo a Monaco, dove eravamo andati a vivere dopo la ricostituz­ione delle Forze Armate). Suonavo nell’orchestra del liceo e in due rock band. Ho smesso a 18 anni quando ho venduto la batteria per acquistare un Maggiolino: volevo impression­are la mia ragazza dell’epoca.

ANIMO IRREQUIETO Da bambino, a Magonza, vidi il prete imporre le ceneri ai miei compagni facendo loro il segno della croce sulla fronte – era la Messa del Mercoledì delle Ceneri; io, in quanto protestant­e, non partecipav­o. Da allora il cattolices­imo iniziò ad affascinar­mi moltissimo. A 16 anni decisi di lasciare la Chiesa Protestant­e perché non supportava più il Fronte di Liberazion­e in Africa. Mi avvicinai all’ambiente comunista, che abbandonai tre anni dopo. L’ARTE DELL’IMPROVVISA­ZIONE Convinto da una bellissima donna dell’ufficio di collocamen­to, dopo il liceo studiai Storia dell’Arte e Archeologi­a. Trascorsi il periodo universita­rio tra Vienna, Bonn e Roma e nel frattempo feci il servizio civile, lavorando come restaurato­re tra Magonza e Vienne (Lione). Concluso il dottorato, nel 1989 mi presentai alla Galerie Michael Werner di Colonia, da cui se n’era appena andata una mia amica. Mi esaminaron­o per tre ore e, nonostante non sapessi nulla di arte contempora­nea, decisero di prendermi. Due anni dopo ho aperto una galleria tutta mia.

«VIVA L’ITALIA!» Avevo già provato a diventare direttore di Villa Massimo ( che organizza soggiorni di un anno a Roma per artisti provenient­i dalla Germania, ndr) nel 1993, ma ero arrivato secondo. Mi sono ricandidat­o nel 2002. Quando ho saputo che mi avevano scelto (fra 170 persone!) ero a casa da solo: ho brindato con un bicchiere di grappa, esclamando «Viva l’Italia!». Mi sono trasferito a Roma con tutta la famiglia – poi mia moglie e i miei figli sono tornati in Germania.

LA VITA È BELLA Nel tempo libero amo andare in moto (ho una vecchia Vespa che adopero in vacanza nelle Marche, dove vive un mio carissimo amico, e una Bmw su cui scappo nella periferia romana), scattare foto (ho cominciato a 10 anni – ho due Leica e una Ricoh GR), leggere gialli e giocare a carambola (mia madre mi regalò un bellissimo tavolo belga del 1928 – adoro il Belgio).

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 ??  ?? Volete essere il prossimo Van Gogh o candidare un amico? Scrivete a letterease­tte@rcs.it
Volete essere il prossimo Van Gogh o candidare un amico? Scrivete a letterease­tte@rcs.it

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