CARTELLONE VACANZIERO
La musica all’aperto è un ingrediente fondamentale di questa stagione. Alle esibizioni dal vivo e ai dj-set si aggiungono degustazioni di vini e cibi tipici, visite guidate, bagni al mare. Un piccolo campionario (per nulla esaustivo)
Quest’estate ce ne andiamo per concerti
PPOP, ROCK, INDIE tra le mura storiche delle grandi città, in barca o in balera: l’estate è la stagione dei festival musicali, e ne esistono di tutte le forme. Gli eventi più grandi sono rassegne in cui i singoli artisti richiamano il pubblico: è il caso di Roger Waters che è stato l’11 luglio al Lucca Summer Festival (fino al 25 luglio), e che sarà ancora in Italia al Circo Massimo il 14 luglio per Rock in Roma (fino al 26 luglio); o di Caparezza che quest’anno dopo essere stato sul palco di Collisioni a Barolo (Cuneo) e a Lucca, sarà il 16 luglio a Rock in Roma e il 2 settembre all’Home Festival di Treviso (dal 29 agosto al 2 settembre). Star dei festival di quest’an- no è il cantautore elettronico Cosmo, che fa una vera e propria tournée di festival: partito il 28 giugno al Ferrara Sotto le Stelle (che va in scena fino al 17 luglio), sarà il 27 luglio al Siren Fest (dal 26 al 29 luglio) e il 25 agosto ai TOdays (dal 24 al 26 agosto).
EPPURE OLTRE ALLE RASSEGNE musicali nascono di continuo eventi che sono veri riti sociali, attorno ai quali si creano comunità ben definite. La musica diventa un pretesto per stare insieme e per riscoprire un territorio: dal Locus Festival (fino all’11 agosto) che ci porta a Locorotondo, in provincia di Bari, fino alla Sicilia con l’Ortigia Sound System (a Siracusa, dal 25 al 29 luglio) e l’Ypsigrock (dal 9 al 12 agosto a Castelbuo-
no, vicino Palermo), passando per Perugia con Umbria Jazz. Che si aprirà il 13 luglio (fino al 22), con i festeggiamenti per gli 85 anni di Quincy Jones, produttore musicale e icona della black music. Quest’anno la musica brasiliana sarà protagonista del festival; in programma, infatti, artisti come Caetano Veloso, Gilberto Gil, Os Mutantes e Stefano Bollani con il progetto Que Bom. Come sempre, i luoghi in cui si articolerà il festival saranno: l’Arena Santa Giuliana, il Teatro Morlacchi, la Galleria Nazionale dell’Umbria. Ma fuori dai palchi ufficiali, il festival si estende nelle jam session notturne (a partire dall’una di notte nel ristorante Da Cesarino). Nato nel 1973, è stato l’antesignano di tutti quegli eventi che oggi, con un termine un po’ di moda, chiamiamo glocal, cioè legati alle realtà territoriali, ma con un respiro globale. In questo senso, somiglia a Umbria Jazz nel formato, nella caratura, nei generi, anche Pistoia Blues: quest’anno spegne 39 candeline e si è aperto con un concerto di Alanis Morissette. Prosegue con James Blunt, Steve Hackett dei Genesis, Mark Lanegan e così via.
SONO I COSIDDETTI BOUTIQUE FESTIVAL, eventi più piccoli dove musica e territorio sono coprotagonisti. Ci si va per ascoltare buona musica, certo; ma anche per dormire, mangiare, fare passeggiate e bagni nelle
vicine spiagge. «In questo momento c’è un grande fermento in Europa e stanno nascendo tantissimi piccoli festival, soprattutto in Italia, dove i luoghi adatti a questo tipo di iniziativa sono numerosi. Il pubblico cerca sempre qualcosa di nuovo, che non sia per forza la dimensione del grande evento» spiega Dino Lupelli, fondatore di Italian Quality Music Festivals, associazione nazionale che collega 15 festival italiani di musica e li promuove a livello internazionale. Riguardo al futuro di questi eventi, Lupelli è convinto che ce ne saranno sempre di più: «Questo è un mercato in sviluppo da molti anni ed è legato a un concetto più ampio di turismo culturale. La gente oltre alla solita capitale europea, cerca un’esperienza nuova e diversa. Il festival è come un’impresa, deve essere un prodotto unico, ben differenziato dagli altri». Si pensi all’Apolide Festival, dal 19 al 22 luglio, che offre tre aree di campeggio tra le colline piemontesi, tra Torino ed Ivrea; o all’Ortigia Sound System, il festival di musica elettronica che a fine luglio offre spettacoli particolari come i concerti in barca a pochi metri dalle coste di Siracusa (24-28 luglio). Tra le colline del Barolo (Cuneo) si è concluso il 2 luglio un festival che è stato tra i padri fondatori di questo genere: Collisioni, che per i suoi dieci anni si è regalato due concerti oltre le date del festival: Steven Tyler, frontman degli Aerosmith, il 24 luglio e Lenny Kravitz il 28 luglio.
IL LOCUS FESTIVAL di Locorotondo (Bari) dal 2005 ha fama di talent scout: porta sui palchi della Valle d’Itria artisti in lieve anticipo rispetto alla loro successiva popolarità: un esempio su tutti, Raphael Gualazzi. Tra gli ospiti di questa edizione 2018: Rodrigo Amarante, famoso per essere l’autore della sigla della serie tv Narcos, che si esibirà il 27 luglio in un concerto gratuito, aperto da Diodato, cantautore presente all’ultima edizione di Sanremo; i Baustelle che canteranno tra i trulli della masseria Mavù il 28 luglio e Cosmo, che salirà sullo stesso palco il 4 agosto. Novità di quest’anno: il festival è parte di Borghi Swing, un progetto itinerante che coinvolgerà sette festival sparsi nei borghi d’Italia – oltre al Locus, il Jazz Vision a Bagnolo e Racconigi (Cuneo), il Bargajazz Festival a Barga (Lucca), il Peperoncino Jazz Festival a Diamante (Cosenza), il Cara Music Festival a Fara in Sabina (Rieti), l’Udine Jazz a Marano Lagunare (Udine) ed Etnica a Vicchio (Firenze) – e di cui Gegè Telesforo, jazzista e storico collaboratore di Renzo Arbore, è padrino.
COSMO E RODRIGO AMARANTE, rispettivamente il 27 e il 28 luglio, suonano anche a Vasto (Chieti) al Siren Fest (dal 26 al 29 luglio). Un festival nato e costruito su misura per Vasto, come spiega Pietro Fuccio, direttore di Dna Concerti, che organizza l’evento: «Un giorno un tecnico informatico del New Jersey appassionato di musica, capitato per caso in Abruzzo negli anni Novanta, venne da me dicendo che lì, a Vasto, bisognava organizzare un festival di musica. Una scelta un po’ stravagante, di solito si sceglie prima l’idea di festival e poi si trova un luogo». E l’ideatore del Siren, l’americano Louis Avrami, non ci aveva visto male quando ha pensato a un evento che fosse live, dj-set, ma anche tanta cucina. Il Siren Fest infatti offre una serie di degustazioni di prodotti tipici per gli spettatori del festival.
NOMI MENO NOTI al pubblico italiano, invece, nelle vicinanze di Palermo, all’Ypsigrock di Castelbuono, che dal 1997 fa esibire, in un paese di poco più di 8mila abitanti, artisti internazionali che poco cavalcano i palchi italiani. È uno dei tratti distintivi del festival, che spesso ha ospitato prime assolute sul mercato italiano: «Quest’anno la proposta più significativa che abbiamo è Aurora, un’artista svedese indie-pop», spiega il direttore arti- stico Gianfranco Raimondo. Il senso di comunità è un elemento importantissimo in questo, come in altri eventi simili: «Qui, oltre alla qualità della musica», spiega il direttore artistico, «c’è una cultura secolare dell’ospitalità, del mangiar bene; cose che gli stranieri amano dell’Italia». Proprio da queste commistioni di popoli e culture nascono collaborazioni artistiche e amicizie come quella nata con l’artista folk americano, Bonnie “Prince” Billy (al secolo Will Oldham), che dopo la performance del 2005, chiese cosa fosse quel palazzo sotto il quale si stava esibendo, come ricorda Gianfranco Raimondo: «Gli avevamo spiegato che era il castello, famoso in Sicilia per contenere una parte del teschio di Sant’Anna. Ricordo ancora le risate quando spiegò davanti al pubblico di aver capito che si trattava delle reliquie del chitarrista Carlos Santana». Dopo quell’anno Bonnie è tornato spesso in Sicilia e la prima cosa che fa quando arriva è andare a visitare le reliquie di Sant’Anna. Santana, invece, è ancora vivo. Per fortuna.