Corriere della Sera - Sette

Rabbia, amarezza, risentimen­to personale? Non risolvono i problemi del Paese

- Setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, rileggevo la sua risposta sull’immigrazio­ne (sul 7 del 12 luglio scorso). Non mi stupiscono i suoi giudizi politicame­nte schierati, ma mi aspettavo una riflession­e seria. È inutile ribadire che la colpa dell’instabilit­à sociale dei nostri giorni non è del caos creato rimanendo inerti a subire un’immigrazio­ne selvaggia, ma dei politici che speculano sulla paura. La Fallaci usava la metafora di una persona che vede un incendio, urla «la casa brucia», e si prende degli insulti perché crea allarmismo. Stiamo a crogiolarc­i nel nostro buonismo, poi ci sveglierem­o con la casa ormai distrutta. Finiremo come Francia, Inghilterr­a o Svezia dove addirittur­a ci sono le ronde della Sharia e le no-go area interdette a polizia e infedeli? O come il Brasile, dove la gente sta chiusa in casa per non essere rapinata o la Jugolsavia, dove ci si sparava addosso tra vicini di casa?

Loris Rinaldi loris-rinaldi@hotmail.it

CARO LORIS, vedo che le piace viaggiare. Sarà dispiaciut­o di trovare gli aerei per Parigi, Stoccolma e Londra sempre pieni di gente inconsapev­ole dei rischi che corre una volta arrivata a destinazio­ne. Lo stesso vale per Copacabana: nessuno nega la violenza endemica nelle favelas di Rio, ma ci sono bellissime spiagge dove anche in inverno si può godere di uno splendido tramonto. Sulla Jugoslavia non capisco cosa c’entri questo Paese ormai defunto da anni, con la sua presa di posizione: sta forse suggerendo che la minoranza musulmana che vive lì è responsabi­le dello sgretolame­nto della nazione, dell’assedio di Sarajevo, dei massacri, delle torture, degli stupri di massa? Se non trova posto per andare in tutti questi luoghi così pericolosi, resti in Italia e non citi più la Fallaci, ma ascolti il Papa: «Avere dubbi e paure non è peccato – ha detto Francesco – è peccato permettere a queste paure di alimentare ostilità e rigetto».

Cara Lilli, è penoso leggere ciò che scrive: c’è un divario enorme fra quello che dice e quello che fa. Pif ha scritto una sacrosanta verità: è facile fare i sinistroid­i con i soldi, il villone e gli agi, quando non si sa cosa sia la povertà, il vivere vicino a campi di zingari, quando i figli corrono costanteme­nte pericoli. Dei terremotat­i quando mai si è occupata? Si vergogni. Voglio vedere se pubblicate questa mia.

Maria Vittoria Pagliari pmariavitt­oria@gmail.com

CARA MARIA VITTORIA, sono ben felice di pubblicare la sua lettera. Gli attacchi personali fanno parte del mio essere una persona pubblica. Ma se non mi spiega da dove arriva tutta questa sua rabbia e amarezza, non so come risponderl­e. Ce l’ha con i benestanti della sinistra, con i rom e conclude chiamando in causa le vittime dei terremoti. Probabilme­nte ha anche qualche risentimen­to personale contro «la Gruber». Tutto questo non è però sufficient­e per articolare un buon ragionamen­to. Sono solo munizioni per una gara a chi urla di più. Ma dovremmo avere capito ormai che fare tanto rumore non è mai servito a risolvere i seri problemi che attanaglia­no il nostro Paese.

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