Benvenuti nella Bundesrepublik Garda
La metà dei turisti che scelgono il Garda d’estate viene dalla Germania. Qui i tedeschi trovano il loro paradiso terrestre: clima mite, würstel in tutti i ristoranti e boccali di birra enormi. E gli abitanti locali? Si sono adeguati alle abitudini teutoniche. Con una eccezione: pranzare a lasagne e cappuccino
TROVARSI IN MACCHINA sul lago di Garda con qualcuno che non ci è nato può essere spiazzante. Perché se il gardesano doc resta una sfinge di fronte al susseguirsi di insegne e cartelli scritti in tedesco, l’altro potrebbe lecitamente farsi venire qualche dubbio. Il gardesano no, perché sa che i tedeschi, sul suo lago sono a casa, ed essendo in generale anche un tipo piuttosto solerte, ecco che non si stupisce nemmeno di fronte ai segnali che incontra tra Gargnano e Tremosine, sulla costa occidentale del lago, ad esempio. Segnali che – sempre in tedesco – dicono agli automobilisti teutonici in vacanza di non seguire le indicazioni del Gps in quel tratto, perché fa sbagliare strada. Danke.
SONO NATA SUL LAGO DI GARDA 35 anni fa e quindi posso dire, senza timore di essere smentita, che per noi i tedeschi sono parte del panorama, come l’acqua, gli ulivi e i camion dei muratori. I tedeschi sul lago di Garda ci sono e sono tanti, d’estate molti di più. Ma molti. Al punto che se la sorte ha voluto che tu sia bionda e magari anche con gli occhi azzurri, non c’è scampo; puoi anche essere nato a Desenzano o a Gavardo in provincia di Brescia, ma se siedi a un bar del centro di un qualche paesino sulla costa, il cameriere come prima cosa ti chiederà: « Deutsche? ». Il «no, sono italiana», come risposta, non è mai salutato con grande festa, perché – in genere – il turista in vacanza spende e il turista tedesco anche di più.
Perché loro, i tedeschi, proprio amano il nostro lago. Ne parlano come di un paradiso, li vedi fermi sulle panchine a guardare l’acqua al tramonto, sorridono con il corpo arrossato dal sole in modo imbarazzante, toccando delle sfumature di porpora difficili da vedere su altri esseri umani.
EPPURE C’È UNA COSTANTE, un filo che nella storia parte da loro e arriva fino a Goethe. Il filosofo tedesco apriva le pagine del Viaggio in Italia dedicate al lago, così: «Quanto vorrei che i miei amici fossero per un attimo accanto a me e potessero godere della vista che mi sta dinanzi! Stasera avrei potuto raggiungere Verona, ma mi sarei lasciato
«I TEDESCHI SONO ORMAI PARTE DEL PANORAMA, COME L’ACQUA, GLI ULIVI E I CAMPER DEI MURATORI. C’È UN FILO COSTANTE CHE NELLA STORIA LEGA IL VIAGGIO IN ITALIA DI GOETHE E I TURISTI DI OGGI»
sfuggire una meraviglia della natura, uno spettacolo incantevole, il lago di Garda; non ho voluto perderlo, e sono stato magnificamente ricompensato di tale diversione». Ecco, magari con altre parole, ma si capisce che è quello che pensa la maggior parte dei suoi connazionali contemporanei. La Bundesrepublik Garda è un luogo felice, dove il clima è mite e in quasi tutti i ristoranti trovi i würstel. Il nostro modo per dire benvenuti, mi casa es tu casa. Certo, parlando di abitudini alimentari, ho visto ordinare delle lasagne precotte e contemporaneamente un cappuccino, drammaticamente frainteso più spesso di quanto si possa immaginare come una bevanda con cui accompagnare i pasti. Cappuccino e birra, uno dopo l’altro. Già, la birra. Sul Garda ci siamo storicamente attrezzati anche lì, con una seria varietà di tipologie e di boccali da Oktoberfest anche nei posti più chic. Che, va detto, non sono proprio tra i preferiti dalla maggioranza dei turisti tedeschi, di base gente genuina, amante della vita in campeggio – ecco, i campeggi sì, sono a tutti gli effetti il loro regno –, dei supermercati, sempre attrezzati con angoli teutonici in cui si trovano salse non meglio
precisate per condire l’insalata o vasotti di mega cetrioli sott’olio. Nei mercati, le bancarelle sembrano un richiamo irresistibile, sarà anche per quella idea di stile piuttosto low cost che si respira: per chi non prova imbarazzo a passeggiare in calzino e ciabatta, ha un comprensibile fascino.
SE QUASI TUTTI SANNO che Cortona è una colonia inglese e che i russi stanno conquistando la Sardegna, il fatto che il Garda sia una base tedesca non è così noto. Eppure, nel 1900 vedeva la luce Der Bote vom Gardasee, tradotto Il messaggero del lago di Garda, ovvero il primo periodico in lingua tedesca pubblicato sul lago – a Maderno, terra di cartiere – fino al 1914.
Voleva informare i tanti villeggianti che arrivavano dalla Germania – spesso anche per riprendersi dopo periodi di malattia – di quanto accadeva sia in patria ma anche, soprattutto, nella loro seconda casa, facendo una specie di dotta promozione turistica. Oggi c’è Instagram, dove con l’hashtag Gardasee si trovano migliaia di fotografie che sono quasi sempre dichiarazioni d’amore con filtro. I giornali resistono, soprattutto quelli più popolari in Germania, che ogni giorno, diligentemente, vengono esposti nelle edicole, e spesso hanno anche l’onore di finire in pole position nelle postazioni all’esterno, dove si mostrano le copertine.
L’ETÀ DEI TURISTI TEDESCHI è trasversale: non ci sono solo anziani o famiglie, ma anche tantissimi giovani. Sono soprattutto loro che, la sera, si ritrovano nei locali e nelle discoteche della zona; alcune poi, per tacito accordo, sono bandite agli altri. Non si sa bene perché, ma è così: «Lì è dei tedeschi», era la frase tra adolescenti, detta senza nessun intento di prendere le distanze, ma con la consapevolezza che quello era un luogo loro, a noi vietato. Non stupisce se un reality molto popolare come Die Jungs-WG in Italien, in cui dei teenager
«I GARDESANI OSSERVANO LA VITA DEI TURISTI TEDESCHI, NE RICONOSCONO LE ABITUDINI E SE HANNO UN’ATTIVITÀ, SI ATTREZZANO. I TEDESCHI SI SENTONO A CASA E I LOCALI ANCHE, RITROVANDOLI OGNI ANNO»
tedeschi sono alle prese con la loro prima vacanza lontani dai genitori (e in Italia), quest’anno sarà ambientato per la seconda volta sul Garda.
«NEL 1900 NASCEVA IL PRIMO GIORNALE IN TEDESCO PUBBLICATO SUL LAGO. OGGI C’È INSTAGRAM. SULL’HASHTAG GARDASEE ARRIVANO MIGLIAIA DI DICHIARAZIONI D’AMORE»
L’AUTOCTONO OSSERVA LA VITA dei turisti tedeschi, ne riconosce le abitudini e, se ha un’attività, si attrezza. Sul lago i locali da tempo immemore hanno cucine che fanno orario continuato, perché quando il tedesco pranza e cena resta per i più un mistero. Dire che i menù sono anche in tedesco è un’ovvietà, meno forse parlare del fiorire di ristoranti, perlopiù estivi, fatti di panche e tavoloni in legno, in cui si cucina carne alla griglia. E, ovviamente, si beve birra. I tedeschi si sentono a casa e noi anche, ritrovandoli ogni anno. Un’estate senza averli sul lago – oltre che una tragedia economica – sarebbe uno scenario da The Day After Tomorrow per chi ci vive tutto l’anno: la metà dei turisti che scelgono il Garda, viene dalla Germania. Non so quanti in macchina, quanti in camper e quanti in moto. A occhio, parecchi. Motociclisti, spesso con chioma bianca sotto il casco, che nelle loro tutone tecniche ribadiscono al bresciano (o al veneto, o al trentino) che li guarda quanto siano statisticamente molto più sportivi di noi. Vanno in bici, in canoa, fanno camping e vanno anche in windsurf (sì, al lago puoi fare anche windsurf, in particolare a Torbole). Tutto mentre noi prendiamo un pirlo (noto anche come spritz).
DIVERSITÀ CHE si conciliano bene in questa nostra Bundesrepublik.
Al punto che, da un’inchiesta di qualche anno fa, è emerso qualcosa di simile a una barzelletta: quando ai villeggianti che arrivavano dalla Germania è stato chiesto cosa avrebbero migliorato del Garda, il difetto che la maggioranza ha denunciato è stato uno solo: ci sono troppi tedeschi.