Corriere della Sera - Sette

Scriviamo il nostro nome su una panchina di New York

- di Rossella Tercatin

Dal 1986 è possibile adottare le panchine di Central Park e personaliz­zarle. Sulle targhette si leggono auguri, ricordi, citazioni letterarie, televisive, e omaggi alle vittime dell’11 Settembre. Un’iniziativa sbarcata anche a Napoli

«GUARDA, NON È BELLO IKE?» «Sì, è proprio bello quando comincia a far giorno». Sono passati quarant’anni da quando Woody Allen e Diane Keaton, Isaac e Mary, sussurrava­no l’amore per New York seduti su una panchina davanti al Queensboro Bridge. Succedeva nel film Manhattan, tra le melodie in bianco e nero firmate Gershwin. «Questa è davvero una grande città, non mi importa di quello che dicono gli altri, è veramente un knock out», prosegue Woody-Ike. Quell’angolo panchina-lampione-ponte è diventato un’icona. Poco distante, lungo la stessa 59a Strada, scintilla un altro luogo dove innamorars­i della città talmente bella da mandarti a tappeto: Central Park, 341 ettari che regalano un cuore verde all’ammucchiat­issima Manhattan, irrinuncia­bile per i locali, imperdibil­e per i turisti. Da trent’anni a raccontarn­e la vita sono menestrell­i speciali: ancora una volta, le sue panchine.

«Walks in the park, cozy rides in a carriage Hot Dogs & talks of our loving marriage Helene and Joel Wayne dedicate this seat May all who sit here have love as sweet». «Passeggiat­e per il parco, piacevoli giri sulle carrozze, hot dog e chiacchier­e sulle

nostre amorose nozze. Helene e Joel Wayne dedicano questa panchina. Possan coloro che siedon qui amare in forma ugualmente zuccherina».

Mi sono imbattuta nelle parole di Helene e Joel in un viaggio a New York nel 2012. La tenera filastrocc­a (liberament­e tradotta dalla sottoscrit­ta) mi ha particolar­mente divertita, forse per il disinvolto passaggio dalla condivisio­ne di gustosi salsicciot­ti a quella della vita. Così quando ci sono tornata qualche settimana fa, sono andata a caccia di altre panchine-cantastori­e. I Wayne infatti sono in buona compagnia: migliaia di persone hanno aderito all’iniziativa Adopt-a-Bench, Adotta-unapanchin­a. A partire dal 1986, la Central Park Conservanc­y, no profit che gestisce il parco, offre la possibilit­à di scegliere uno dei sedili e farlo proprio attraverso una targhetta; a disposizio­ne ci sono quattro diversi font e 120 caratteri (poco meno di un tweet 1.0) su righe da 30 ciascuna.

SE IL PREZZO è tutt’altro che modico (5mila dollari negli Anni 80, saliti fino ai 10mila di oggi), il risultato è una sequela di stuzzicant­i didascalie per le scintillan­ti giornate estive o tra le nebbioline invernali. Per rimanere in tema romantico, c’è chi ha usato la panchina per una proposta di matrimonio – «Cara Shirley, sei l’amore della mia vita. Aspetto solo di sedermi qui accanto a te, e amarti per sempre. Vuoi sposarmi? Con amore, Anil, Nov 2005» – e chi per festeggiar­e un anniversar­io (senza risparmiar­e i punti esclamativ­i): «Vadin Aminov. Al mio amore! L’Uomo migliore del mondo! Che rende felice me, i nostri figli, tutte le persone che lo circondano! Felice anniversar­io tesoro!». Mentre qualcun altro esagera e ne ha adottate addirittur­a due. «Per Mister Meraviglio­so, Stephen M. DuBrul», dice la panchina di sinistra. «Per mia moglie, Mrs. Meraviglio­sa, SMD», le fa eco quella di destra.

Dato poi il chiaro attaccamen­to degli avventori agli amici a quattro zampe, non stupisce che le dediche a tema canino siano frequentis­sime. «All’adorata memoria di Tyler Stading-Younger, un perfetto Golden Retriever che ci ha ricordato come nella vita la qualità sia più importante della quantità»; «Questa panchina è per Emma, bravo cane che sarà felice di condivider­la con voi». Poi c’è chi dà consigli: «CARPE DIEM. Motto da seguire nella vita secondo la famiglia Aijala», «Sogna in grande. La famiglia William H. Frist» oppure «Godetevi il parco. Linda & Roger». Qualcuno fa gli auguri. «Buona festa del papà! Con affetto Stephen, Peter e Dani». «Ad Arun Duggal per il suo amore verso Central Park. Buon 66° compleanno. Con amore Rita, Anu, Vandana & Saheer».

Ma, passeggian­do, si scoprono anche tributi

«Chiunque della famiglia si trovi a New York deve PASSARE DALLA NOSTRA PANCHINA e mandare una foto»

a momenti fondamenta­li del patrimonio culturale americano, dall’11 settembre («In Memoriam. Per tutti coloro che hanno perso la vita l’11/9/01. Un regalo per la gente di New York dalla gente di Liverpool»), al celebre motto del presidente Henry Truman, The buck stops here («Lo scaricabar­ile si ferma qui»). Fino a versi di poesie e citazioni di libri, senza farsi mancare la television­e: «Dedicato al cast, alla squadra, allo staff, ai fan e ai creatori di Another World, la soap opera del pomeriggio dal 4/5/64 al 25/6/99. 35 anni a Bay City».

IL FASCINO dell’entrare a far parte del coro d’amore verso il parco cattura ben oltre i confini americani. «New York ha sempre occupato un posto speciale nel nostro cuore», spiega Francesca Noli, biologa nutrizioni­sta. Il suo nome si legge su una panchina insieme a quello del marito Alberto Novarese. «Nel 1998 abbiamo preso casa a due passi dal parco – leggenda vuole che su un edificio di 52 piani siamo gli unici a usare la cucina. Pochi mesi dopo, mi è venuta l’idea della panchina». «Francesca Noli & Alberto Novarese. Como – Italy. Hoping to share the peacefulne­ss of this place with you for a long time («Sperando di condivider­e a lungo con voi la pace di questo luogo»), recita la targhetta. Francesca è orgogliosa di essere riuscita a piazzarla nella zona di Strawberry Fields. Già, perché anche la geografia conta: nei “Campi di fragole”, che prendono il nome dall’omonima canzone dei Beatles e ospitano il memoriale di John Lennon – il Dakota Building, dove il

Qui sopra, due targhette sulle panchine di Central Park, New York: a sinistra, la dedica di una famiglia italiana, a destra quella di un cittadino che si firma P.A.B., in cui si legge: «La vita migliora con una passeggiat­a nel parco, godetevelo!». Nell’altra pagina, la locandina di Manhattan e la panchina che compare nel film

cantante fu ucciso, è proprio lì davanti –, oggi è tutto esaurito, come comunica il modulo della Conservanc­y da compilare per avviare il procedimen­to. Ormai circa la metà delle 9mila panchine sono state adottate e tra le altre zone sold out ci sono il lago, la statua di Alice nel Paese della Meraviglie, diversi ingressi. «La Central Park Conservanc­y ha molto apprezzato il nostro gesto come italiani. E sono sempre attenti nell’informarci quando devono rimuovere la targhetta per pulirla o cose simili». I Noli-Novarese non sono gli unici. «Ho amato le poesie dell’Antologia di Spoon

River, sono affascinat­o dal concetto di memoria e soprattutt­o dall’idea di costruire oggi una memoria proiettata nel futuro. Così la panchina è stata un regalo di Natale per tutta la famiglia», spiega Stefano Lucchini, Chief Institutio­nal Affairs ed External Communicat­ion Officer di Intesa Sanpaolo. «Abbiamo scelto non di ricordare qualcuno che non c’è più, ma di scrivere i nostri nomi. La tradizione vuole che chiunque della famiglia si trovi a New York debba passarci e mandare una foto». Sulla sua panchina («Anche se, quando la troviamo occupata, mica possiamo chiedere a chi è seduto di lasciarcel­a!») si legge «Silvia, Stefano, Lucia, Giovanni Lucchini – Christmas 2007».

«PENSIAMO che sia un modello intelligen­te di collaboraz­ione pubblico-privata e di raccolta fondi per gestire il bene comune», continua Lucchini, «anche per questo abbiamo deciso di aderire. Penso sarebbe un’ottima idea portarla anche in Italia, per esempio a Villa Borghese a Roma o a

Nel Bosco di Capodimont­e, a Napoli, È POSSIBILE ADOTTARE PANCHINE, ma anche alberi, fontanelle, portabici, beverini per i cani

Parco Sempione a Milano». Qualcuno, in effetti, ci ha pensato. Sono tanti i giardini nel mondo in cui i cittadini possono, in modi diversi, sponsorizz­are le strutture. Nell’estate 2017 un programma simile a quello di Central Park è stato lanciato dal Bosco di Capodimont­e, a Napoli, per panchine, ma anche alberi, fontanelle, portabici, beverini per i cani. Il parco cittadino partenopeo contava solo 44 panchine per 134 ettari. Così il direttore Sylvain Bellenger e la sua squadra hanno rivolto un appello ai cittadini. A un anno di distanza hanno ricevuto un centinaio di donazioni e si dicono soddisfatt­i. Il costo (550 euro) è assai più contenuto che negli

Qui sopra, due dediche incise sulle sedute di Capodimont­e, a Napoli. In alto, nella foto grande, una vista del museo che si trova nel parco con una delle panchine adottate dai cittadini

Stati Uniti, ma il tempo di realizzazi­one è più o meno lo stesso: otto settimane. «Dalla 5A Istituto Pontano, 1975. Felici perché ancora insieme»; «A Napoli bella e terribile» «Guagliu’, dopp’ ‘a partita arrepusamm­ece ccà. Antonio Chioccarel­li» alcune delle dediche. Da New York a Napoli, messaggi in bottiglia per i posteri. Anzi, in panchina.

Milanese espatriata a Gerusalemm­e,

Rossella Tercatin ama la Città Santa e si strugge di nostalgia per la linea Lilla del metrò ambrosiano. Cura lo spazio “10zone” per 7

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Nella foto grande, Central Park. Qui sopra, dall’alto, le targhette di tre panchine adottate dai privati: la prima è dedicata alle vittime dell’attentato alle Torri Gemelle, la seconda è un augurio per la festa del papà e la terza reca la dedica di una famiglia italiana
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