Corriere della Sera - Sette

I social sono buoni solo se ne restiamo i padroni

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Sono contro la connession­e permanente, una patologia che ci sottrae tempo che potrebbe essere impiegato in attività più utili e gratifican­ti. Mi ha colpito la contraddiz­ione in cui è caduta Chiara Severgnini nell’articolo Vacanze connesse o disconness­e? (15 agosto): dice che a Locarno ha passato il tempo in ottima compagnia senza cellulare, ma si dispiace di non aver incontrato un’amica (cosa che avrebbe potuto fare solo se avesse avuto il cellulare acceso). Visto che era già in buona compagnia perché augurarsi di incontrare un’altra persona? La sua paura di perdersi senza Gps è dovuta al fatto che con esso non ci si rende conto di dove si è come guardando una mappa. In ultimo, il cruciverba. Che gusto c’è a cercare le soluzioni su Google? Il giudizio di un pre-millennial è che i social sono una cosa buona se i padroni restiamo noi.

Paolo Preci

Gentile Paolo, l’amica che mi sarebbe piaciuto incontrare vive lontano, a differenza dei miei compagni di viaggio, che abitano a poche fermate di metro da me. Le soluzioni dei cruciverba le cerco su Google solo quando ho esaurito tutte le altre opzioni. Quanto al Gps, ha ragione. Ma, per me che ci sono cresciuta, è una rassicuran­te coperta di Linus. Concordo con la sua analisi finale. Ma il tempo che si passa connessi non è necessaria­mente inutile. Una prova? Ho trovato grazie a Twitter due dei tre articoli più interessan­ti che ho letto questa settimana. (Chiara Severgnini)

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