Corriere della Sera - Sette

La mia Nashville è diversa

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Mi sono precipitat­o a leggere il pezzo su Nashville (La vita è una colonna sonora, 9 agosto), dove sono stato (mio figlio lavora lì da tre anni). Sono d’accordo con la totale censura, applicata da quelle parti, al film di Altman, critica troppo spietata al modo di vivere del festival-business. Tra le glorie musicali della zona, non vedo citati Bob Dylan (che alla città dedicò l’album Nashville Skyline) e Joan Baez, che vi si ispirò per mettere in musica il We shall overcome di Martin Luther King.Non sono d’accordo con la definizion­e di Nashville «fedele nei secoli al Partito democratic­o come tutto il Tennessee». Nashville e il Tennessee sono da sempre sudisti e repubblica­ni: una delle roccaforti di Trump. Che poi a Paolo Baldini dispiaccia la vittoria di Trump... se ne faccia una ragione. Fabio Marri fabio.marri@gmail.com

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