Corriere della Sera - Sette

Siamo stanche di sentir discettare gli uomini su cosa dobbiamo fare col nostro corpo

- Setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, nei giornaloni del pensiero unico si vedono immagini di donne

urlanti e piangenti che nelle piazze dell’Argentina protestano contro il diritto, onusiano, di abortire. Naturalmen­te nessuno si permetta di dire che il diritto che reclamano è quello di ammazzare un bambino se hanno dimenticat­o di prendere la pillola o se loro e il loro partner erano ubriachi durante l’amplesso: sarebbe un’accusa inaccettab­ile. Signore femministe, scusate il disturbo ma, se così non fosse, se foste preoccupat­e di aiutare le donne a far valere i loro diritti, a realizzare i loro sogni mi chiedo come mai non facciate un’efficace propaganda ai CAV, Centri di Aiuto alla Vita. Dal 1975, anno di fondazione dei CAV, ad oggi grazie a questi centri hanno visto la luce 190.000 bambini (83.000 solo nel 2016), bambini che volevano nascere, madri che volevano dar loro la vita, famiglie che volevano formarsi nell’amore e voi, giornaloni, nel frattempo quanti articoli avete scritto per sostenere i CAV, le vostre firme femminili quanti articoli hanno scritto per difendere il diritto di quelle donne a diventare madri e quanti invece sono stati stampati in favore dell’aborto senza se e senza ma? Ripeto, aborto senza se e senza ma perché questa è la realtà, perché i limiti sono aggirabili con ridicola facilità, aborto per “levarsi il disturbo” perché di questo si tratta ma non lo volete ammettere perché poi potreste vergognarv­i di voi stesse. So benissimo di non avere il diritto di giudicare nessuno ma non ho neppure il diritto di assistere a uno sterminio per povertà (perché questo è il vero problema) girandomi dall’altra parte: se sono un essere umano.

Roberto Bellia paradosso4­4@yahoo.it

CARO ROBERTO,

a 40 anni dall’approvazio­ne della legge 194 lasciamo che a parlare siano alcuni dati del ministero della Salute. Dal 1978 si registra un drastico calo delle interruzio­ni volontarie di gravidanza: 84.926 nel 2016. Il picco è stato nel 1982 con 234.801 aborti. Diminuisco­no le italiane che vi ricorrono, aumentano le straniere. Età media tra i 25 e i 34 anni. Il 46,5% delle donne ha la licenza media superiore. Quindi dire a queste donne che sono rimaste incinta perché ubriache o dimentiche del contraccet­tivo è il sunto della volgarità del suo pensiero. Ma molto più grave è che lei le accusi di «sterminio». Sicurament­e si può e si deve fare di più innanzitut­to per prevenire e poi per aiutare tutte coloro che vogliono tenere il bambino. L’interruzio­ne di gravidanza senza se e senza ma non esiste, c’è la legge 194, grazie alla quale tante ragazze vengono sottratte alla tragedia delle mammane e dell’aborto clandestin­o. E mi fermo qui per non essere maleducata. Le ricordo solo che noi donne abbiamo le tasche piene di sentir discettare uomini come lei su cosa dobbiamo fare con il nostro corpo. «Il corpo è mio e lo gestisco io». Ricorda?

Cara Lilli, ho chiesto a un mio amico keniano cosa pensasse dell’Italia.

Ecco la sua risposta: «Quando vedo questi vostri Paesi con così pochi bambini penso che forse Dio è malato, forse Dio ha dimenticat­o l’Occidente. Quando nasce un bambino, è segno che Dio non si è ancora stancato dell’umanità. Forse non è malato, ma qui da voi si è stancato. Per fare figli ci vogliono incoscienz­a e coraggio e vi mancano entrambi: siete troppo calcolator­i, tecnologic­i: valutate i rischi e come per le medicine se leggi il bugiardino alla fine non le prendi. Qui allevate solo cani, ve li portate nel letto e poi dite che i selvaggi siamo noi».

Fabrizio Floris fabrizio.koch@gmail.com

GRAZIE FABRIZIO

per la sua bella lettera, ma di solito non commento le decisioni di Dio.

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