Corriere della Sera - Sette

ROMA IMPARI DAL CONTADINO INDIANO

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IL CONTADINO DELLA PORTA ACCANTO

è un signore che scende con l’ascensore, saluta il portiere del grattaciel­o, e va al suo campo di scarola. Lo fa tutte le mattine, di buon’ora, perché il caso ha voluto che sotto casa, invece che un bel parcheggio, ci fossero enormi appezzamen­ti di terra da coltivare. E la locale amministra­zione ne ha favorito l’uso.

Siamo in India, nella città di Ahmedabad, nella regione costiera del Gujarat, zona assai piovosa. Più o meno come Roma quest’estate.

I risultati delle abbondanti piogge si vedono sia ad Ahmedabad che dalle parti del Colosseo. Se girate per Prati (nome adeguato) vedrete cespugli talmente alti e folti davanti ai negozi che potrebbero nascondere intere bande di rapinatori. Il fenomeno è visibile in tutta la Capitale: il caldo e le precipitaz­ioni hanno favorito una crescita tropicale, bellissima da un punto di vista estetico. Che farne, ora che arriva l’autunno?

Data la carenza struttural­e di manutenzio­ne del verde romano, prendendo spunto dalla bella foto qui accanto, l’amministra­zione capitolina potrebbe cominciare a favorire le coltivazio­ni stradali: cicoria, broccolett­i, erbe odorose…

Le aiuole ci sono, il clima è adatto, i romani hanno abbastanza fantasia e senso dell’umorismo. D’altronde, poi, per pulire i parchi (e le aiuole) potrebbero arrivare le pecore, e per ripararci dalla pioggia le astronavi di Independen­ce Day, che erano molto larghe e, dunque, utili in caso di forti precipitaz­ioni.

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