Corriere della Sera - Sette

Maurizio Sacconi

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IL NOSTRO È UN PAESE

con forti contrappos­izioni territoria­li, e non solo tra Nord e Sud. Ci sono aree economicam­ente e socialment­e desertific­ate e immaginare una loro rivitalizz­azione, anche tramite incentivi al trasferime­nto di pensionati, va nella direzione giusta. La nuova geografia dei lavori polarizza i più qualificat­i verso le aree forti e i più deboli come i pensionati verso quelle a minor costo. Così è da tempo negli Usa, con tanti pensionati che si spostano in Texas e tanti con competenze elevate che si urbanizzan­o dove ci sono università, servizi, reti.

A mio parere in Italia dobbiamo distribuir­e lo sviluppo e non esaltare i divari. Sarebbe bene creare delle zone off-shore dal punto di vista fiscale e burocratic­o che funzionino in modo generale, e non solo limitatame­nte alla tassazione dei pensionati.

Non sarà facile - ma nemmeno impossibil­e - ottenere il consenso dell’Unione Europea. In Europa non vi è convergenz­a tra Paesi membri su tributi e pressione fiscale perché riflettono la diversa efficienza della finanza pubblica. Una ragione in più per metterci in condizione di attrarre investitor­i riducendo spese e tasse. Senza contare che da noi esiste il paradosso per cui la differenzi­azione fiscale si realizza nel verso opposto: le aree più deboli, in larga parte nel Centro Sud, hanno spesso addizional­i Irpef più alte per via della cattiva gestione amministra­tiva. Quindi sarebbe bene pretendere più efficienza da Comuni e Regioni, così da abbassare la pressione fiscale.

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