Corriere della Sera - Sette

Auguri a Maurizio Costanzo, scopritore di talenti

- SEMPRE PRESENTE

C’È UNA COSA

straordina­ria negli 80 anni di Maurizio Costanzo (al quale hanno fatto gli auguri via social persone normali e gli amici più cari del mondo dello spettacolo: il più simpatico è stato Fiorello che ha postato una foto di loro due in occhiali scuri tipo Blues Brothers). La cosa straordina­ria non è neanche l’evidente rivincita del laboriosis­simo autunno della carriera di Costanzo, che dopo essere stato prematuram­ente considerat­o “bollito” si sta togliendo la soddisfazi­one di ottimi ascolti su Canale 5 con L’intervista eil Maurizio Costanzo Show (e c’è anche il Radio Costanzo Show su Radio 105). No,

la cosa davvero straordina­ria della vita e della carriera di uno dei padri fondatori della tv italiana (42 anni in video) è che Costanzo avrebbe avuto una carriera straordina­ria anche se non fosse mai comparso in tv.

Maurizio Costanzo, 80 anni, durante una puntata del 2017 del suo Maurizio Costanzo Show, trasmissio­ne di Canale 5 nata nel 1982 si festeggia quello che, al di là della simpatia di ciascuno (a me personalme­nte è sempre stato simpatico), è sicurament­e un grande: che ha trapiantat­o in Italia una formula molto rigida, quella del talk show televisivo americano, adattandol­a al popolo della commedia dell’arte, mescolando personaggi famosi e non famosi.

Con l’intelligen­za di sapere quando farsi da parte – lui che le domande è davvero capace di farle, al contrario di altri intervista­tori tv a volte sconsolant­i – per lasciar parlare gli ospiti, lasciarli interagire.

A volte creando personaggi come Vittorio Sgarbi che l’Italia conobbe grazie a una rissa da Costanzo, ma generalmen­te creando quello che tuttora – basta dare un’occhiata alle repliche, la domenica mattina su Rete 4, che peraltro fanno buoni ascolti – è un ottimo spettacolo. A volte poco gradevole, qualche rara volta sbracato (una formula così può sfuggire di mano anche ai più bravi come Costanzo), ma generalmen­te molto interessan­te, che è una cosa rara per la tv italiana.

E POI COSTANZO

sa essere anche un buongustai­o: una volta, al Teatro Parioli, invitò insieme a vari personaggi famosi, un signore molto elegante, di una certa età, che aveva lavorato tutta la vita in un ufficio ma aveva sempre avuto la passione del canto. E, pensionato, aveva cominciato a cantare in qualche locale, con bellissima voce da tenore di grazia, dando corpo al suo sogno di gioventù. Ecco, Costanzo lo invitò (quasi una trentina d’anni fa), lo fece cantare davanti al pubblico del Parioli e a quello a casa. Quel signore si chiamava Antonio Biavasco, era un caro amico della mia famiglia, e ricordo la sua gioia assoluta, pur nei modi da gentleman d’altri tempi, quando il mattino dopo lo chiamammo a casa (non c’erano i cellulari, bei tempi) per fargli i compliment­i. Non ho mai conosciuto Costanzo e non ho mai potuto ringraziar­lo per quell’invito. Lo faccio adesso, insieme con gli auguri (in ritardo) per il suo compleanno.

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