Trulli: «Ho fatto saltare un fiume ad Alonso»
JARNO TRULLI, AL VOLANTE,
ha avuto una doppia vita: ha corso sempre al massimo in pista, è andato sempre piano in strada. «Sono davvero molto prudente. Le incognite sono infinite, non solo per il traffico. Devi sempre avere un ampio margine di reazione. Noi piloti siamo professionisti e dovremmo essere anche degli esempi. Quindi andare piano». C’è stata solo una volta in cui si è messo a correre fuori dalle piste: è stato in mezzo al Gran Canyon negli Usa, su strade sterrate e prive di traffico. La Renault aveva organizzato un’uscita di qualche giorno con i propri fuoristrada e aveva invitato i suoi due piloti di F1: Trulli e Alonso. Dei tratti li facevano ognuno alla guida del proprio mezzo. Altri insieme. Proprio in uno di questi, con Alonso nei panni di passeggero, Trulli ha notato che dovevano attraversare un piccolo fiume.
«Mi sono fermato lontano, ho studiato bene la strada e poi ho visto che c’era una specie di trampolino naturale: ho pensato che si poteva saltare.
Fernando ha urlato, è rimasto incollato al sedile, ma è andato tutto bene». C’erano punti dove le strade passavano sugli strapiombi e lì non era il caso di fare troppe derapate. «Quando invece eravamo in zone sicure, dove al massimo uscivi di strada, andavamo davvero forte». Forte come tutte le volte che ha avuto ospiti a bordo, più o meno famosi, ai quali mostrare come gira in pista un pilota di F1. «Molti, alla prima curva, sembra che vogliano schiacciare loro il freno». È capitato un po’ su tutti i circuiti sparsi per il mondo, a volte con auto normalissime. Succede ancora. Quando presentano un nuovo modello, molte case automobilistiche lo chiamano per far vedere a un comune mortale come può andare quell’auto. Pare che dopo nessuno se lo dimentichi più.