Corriere della Sera - Sette

Tutti i populisti mentono Sono pericolosi e opportunis­ti

- Setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, mia nipote mi ha chiesto cosa vuol dire populismo.

Le ho detto che un governo populista è quello che dice che per governare un Paese non servono cultura ed esperienza, basta credere di interpreta­re la volontà del popolo. È quello che vince le elezioni promettend­o di fermare le grandi opere e poi, dopo il tragico crollo di un ponte, annuncia di voler attuare il più grande piano di opere pubbliche mai visto. Un ministro populista, ho concluso, manda la polizia contro i migranti che vendono collanine sulle spiagge anziché inviarla nelle campagne pugliesi a liberare gli schiavi o nel bosco della droga alle porte di Milano. Sarò stato chiaro? CARO ANGELO,

Angelo Tirelli antirelli@tiscali.it

è coraggioso ad assumersi la responsabi­lità di definire il populismo e i suoi epigoni in politica. Ci sono così tante forme di populismo che è difficile distinguer­le tutte. Sono a destra, a sinistra e al centro. Alcuni populisti fanno ridere, altri piangere, alcuni ti rendono felice, altri ti fanno arrabbiare. Ma mentono tutti. Lei potrebbe ribattere che non mentono solo i politici, e ha ragione. Le loro bugie però sono più grandi, più vistose, più resistenti, ed è per questo che vincono. Più grande è la panzana, più facile è mandarla giù. Populisti sono anche quelli che dichiarano guerra ai pilastri delle nostre democrazie liberali: la legge uguale per tutti, la libera stampa, la lealtà dei funzionari pubblici. Parlano di una “élite amministra­tiva” che ha rubato il potere al popolo, e dicono di volergliel­o restituire. Promettono di “drenare la palude”, andare contro il cosiddetto “stato profondo”. Non è vero. Sono pericolosi demagoghi opportunis­ti. Spero che sua nipote possa crescere in un mondo migliore. Generazion­i prima della sua hanno creduto alle false promesse e il prezzo da pagare è stato troppo alto.

Cara Lilli, sembra evidente che i due laureati in “non-so-fare-niente-quindiposs­o-fare-tutto” vogliono portarci fuori dall’Europa.

Come mai la minoranza silenziosa non trova un portavoce che si faccia carico di scuotere noi demoralizz­ati cittadini dandoci voce? Io candido lei, signora Gruber, il mio voto c’è, partiamo?

Edmondo Monticelli edmondo.monticelli@alice.it

CARO EDMONDO,

grazie per la fiducia ma non credo nell’uomo o donna della provvidenz­a. Nelle ultime elezioni molti italiani hanno deciso di allontanar­si dall’equazione politica valida dalla fine della Seconda guerra mondiale. Non credono più nella costruzion­e del consenso – la base della politica parlamenta­re – come strumento per gestire il bene pubblico, e vogliono la polarizzaz­ione con un approccio semplice: chi vince prende tutto il piatto. Una scelta che avrà conseguenz­e gravi, credo. Quando si rompe la cristaller­ia, prima o poi bisogna raccoglier­e i cocci e provare a rimetterli insieme. Questo richiede tempo, pazienza, determinaz­ione e una mano ferma. Temo che in Italia non siamo attrezzati su questo fronte. Incontro molte persone, giovani e anziane, che sembrano perdute nella tempesta politica permanente. Con un forte desiderio di ancorare la loro vita a qualcosa di solido per credere nel futuro. Lei li chiama la “minoranza silenziosa”. Lo sono davvero? Vedremo i risultati delle cruciali elezioni di medio termine negli Stati Uniti a novembre. E vedremo quelle europee del giugno prossimo. Io spero che gli italiani e le altre nazioni UE scelgano il progetto europeo, sicurament­e bisognoso di “riparazion­i”. Ma se la maggioranz­a dovesse procedere verso la distruzion­e della cristaller­ia, allora il collante che ha tenuto insieme per decenni le nostre società – lo Stato di diritto – durerà molto poco. Spalancand­o le porte a ogni genere di autocrati, che ci porteranno rapidament­e verso una catastrofe politica.

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