Corriere della Sera - Sette

Vi è piaciuto Limonov? Minor è ancora più matto

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DOPO AVER LETTO

Il professore e il pazzo (Adelphi) non guarderete più un dizionario con gli occhi di prima. E non sto parlando di Wikipedia, ma dell’Oxford English Dictionary, monumental­e opera la cui redazione è raccontata come un noir da maestro della non fiction novel. Un giorno, seduto in bagno, fu colpito da una notizia che riguardava W. C. Minor, un redattore dell’OED. Indagò e scoprì una storia da romanzo, che poi scrisse iniziando dalla visita del direttore del dizionario, James Murray, a Crowthorne, nel Berkshire, per conoscere il suo più brillante redattore. All’indirizzo indicato c’è un edificio al cui interno il filologo di sua Maestà trova un uomo distinto; finalmente, si rallegra, conoscerà di persona il dottor W.C. Minor. “Non sono io”, risponde quello, “il signor Minor è qui, ma è un detenuto del manicomio, io sono il direttore”. A Minor, chirurgo americano in preda a paranoie persecutor­ie, fu riconosciu­ta l’infermità mentale per l’uccisione di un uomo

(cui è dedicato il libro). Ma come reperisce le informazio­ni per il dizionario? Grazie alla vedova della vittima, che ha allacciato una relazione con lui. Minor, che si evirerà per liberarsi dagli appetiti sessuali, finirà i suoi giorni negli Usa

(è Churchill a farlo spedire lì). Insomma, Minor fa apparire normale persino un tipo come il Limonov di Carrère.

Ho ripensato al libro di Winchester (è del 1998, ora tradotto per Adelphi), dopo aver visto a Venezia documentar­io del 1982 di che alla Mostra del cinema ha ricevuto il Premio Isola Edipo. È girato nell’isola dove erano confinati i matti di Venezia, che Depardon aveva già raccontato con foto di grande impatto (Manicomio), spinto da Franco Basaglia: «Scatta queste foto, altrimenti nessuno ci crederà». Le immagini mostrano, senza rispamiars­i il rischio del patetico, in quale degrado possano cadere i malati di mente in assenza di terapie alternativ­e alla sola costrizion­e. Degrado tangibile nei gesti e nelle parole ripetitive e incomprens­ibili dei malati, pur capaci di momenti di amarissima lucidità. Come quando un medico chiede ai pazienti se sanno chi sono le persone con la cinepresa. E uno dice, in veneto: «Parapazzi!». Paparazzi per i pazzi.

Simon Winchester, Raymond Depardon, San Clemente,

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