No
Vincenzo Torti
PENSO CHE IL PUNTO
fondamentale di fronte ai tanti problemi che si sono presentati di recente non sia l’intervento delle autorità, ma invece il recupero del senso di auto-responsabilità: limitare la libertà di godere in modo assennato della natura non sarebbe giusto. Noi abbiamo 317mila soci, gente che pratica la montagna regolarmente, eppure le operazioni di soccorso che li riguardano sono solo il 6 per cento di tutte quelle che ci troviamo a gestire. Nella nostra società c’è una tendenza a cercare il colpevole a ogni costo e sgravare se stessi da eventuali responsabilità prima ancora che qualcosa accada.
Antonio Nicoletti, 54 anni, è responsabile Aree Protette e Biodiversità di Legambiente. Vincenzo Torti, 67 anni, è presidente del Club Alpino Italiano (Cai)
Se si accettasse il principio del divieto come forma di prevenzione, tutte la autorità locali probabilmente ricorrerebbero a una raffica di proibizioni
per andarsi a proteggere da qualunque possibile rischio. Sicuramente oggi la gente è diventata più imprudente e la cultura del rifiuto dei limiti è dominante. Ma anche in questa prospettiva, i divieti non aiutano, perché colpiscono le persone che hanno senso di responsabilità, non chi se ne infischia di tutto, magari sostenendo di avere anche il diritto di farsi male. Bisogna invece rispondere con una contro-cultura che unisca rispetto, preparazione e libertà: con il Cai abbiamo approvato un decalogo di auto-limiti che a mio parere ne è l’espressione. Ma occorre anche essere consapevoli del fatto che esistono eventi imponderabili, di fronte ai quali bisognerebbe comunque mantenere il buon senso.