Corriere della Sera - Sette

Era triste, ora è felice Ecco come rinasce una città

- Un graffito nel pieno centro di Mulhouse Mulhouse (Francia)

LA NOSTRA PERCEZIONE DELLA REALTÀ

dipende da come ce la raccontiam­o. Spesso da come vogliamo raccontarc­ela. È ciò che hanno pensato i cittadini di Mulhouse: 110mila abitanti nel sud dell’Alsazia. Francia contadina di vini bianchi, riesling e sylvaner, ma soprattutt­o Francia industrial­e: “Manchester francese”, la chiamano, anche perché qui c’è il secondo impianto di produzione del gruppo automobili­stico Psa.

Francia minore, però, nella percezione dei suoi stessi abitanti: un classico caso di complesso di inferiorit­à. Del resto, come non averlo, se ti confronti con Parigi o Bordeaux? E così,

Mulhouse ha vissuto a lungo pensando in piccolo.

Cinque anni fa, ho visto una città in cui una patina grigia e triste sembrava avvolgere ogni cosa. Le strade del centro, le periferie – c’è una forte presenza musulmana resa evidente dal velo di molte donne –, perfino la Cité dell’Automobile, il museo con la più sofisticat­a collezione di Bugatti al mondo, e il municipio del Quattrocen­to.

POI PERÒ È SUCCESSO

qualcosa. Qualcosa di simile al graffito che questa estate ha occupato Le Mur, il muro in pieno centro riservato alla street art (gli artisti dipingono a invito) dove una bambina incanta una bestia grigia e cupa con un leccalecca colorato. Anche i cittadini di Mulhouse hanno domato le proprie frustrazio­ni. Ci hanno creduto tutti – gli abitanti, i commercian­ti, gli amministra­tori pubblici – e tutti insieme. Così hanno cominciato a raccontars­i un’altra Mulhouse. Il municipio ha investito 36 milioni di euro per rifare la pavimentaz­ione del centro storico: «L’atmosfera è cruciale», ha spiegato Nathalie Motta, vicesindac­o con delega a turismo e commercio. Il Comune ha poi ingaggiato un manager con un incarico preciso: ridare dinamismo alle attività commercial­i e attirare i grandi marchi.

SE FOSSE UN VECCHIO FILM

sarebbe La vita è meraviglio­sa ,di Frank Capra, dove un’intera comunità si dà da fare per un obiettivo comune. Ricorda molto la campagna “Glasgow’s miles better” con cui la città scozzese riuscì a risorgere negli Anni 80. Qui a Mulhouse, perfino i dipendenti della società del trasporto pubblico hanno restaurato l’autobus degli Anni 60 che il Comune usa per tour turistici. In prima fila, però, ci sono i commercian­ti, grandi e piccoli. Anzi, a cominciare da questi ultimi: il libraio, la proprietar­ia del boutique-café, quello del vecchio negozio di abbigliame­nto... Si riuniscono ogni mese, discutono e cercano d’inventarsi modi per portare la gente in centro.

Ci stanno riuscendo.

Dal 2011 sono state avviate 438 attività: due aperture ogni chiusura. Di cento vetrine abbandonat­e ne sono rimaste 50.

In città sono arrivate le catene internazio­nali, a cominciare da Starbucks. Mulhouse ora è ufficialme­nte una delle città più dinamiche di Francia. Certo, i problemi rimangono, anche se le voci più sensibili, disoccupaz­ione, integrazio­ne e sicurezza, registrano percentual­i nelle medie della regione. Ma qui hanno imparato che rappresent­arsi in modo diverso è il primo passo per diventare diversi.

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