«Ho scelto le scalate invernali per poter restare solo»
È l'unico alpinista della storia a essere salito su montagne da 8mila metri nella stagione più difficile. «Il freddo mi ha permesso di ritrovare il fascino originario dell'avventura e dell'esplorazione». Quest'anno è andato fino in Siberia per scalare, con Tamara Lunger, una cima dove il termometro può scendere a 71° sotto zero
«DOMANI TI PORTO AD ARRAMPICARE.
Tira fuori dall'armadio l'attrezzatura che la prepariamo per bene. Però stacca quelle staffe che hai attaccato al tubo del gas sul soffitto. Ti ho visto che ti sei appeso ma guarda che un giorno o l'altro ci fai saltare per aria». La carriera alpinistica di Simone Moro è cominciata così, un sabato pomeriggio, quando aveva 13 anni, nel garage di casa, a Bergamo. Andava già in montagna con suo papà e gli altri due fratelli e guardava le pareti di roccia con gli occhi spalancati; ma quella domenica fu la prima vera scalata: Torrione Garlini, in Cornagera, vicino a Selvino, palestra di roccia per generazioni di alpinisti. Raddoppiati gli anni, nel 1992, dopo essere arrivato al decimo grado sulle Alpi, era su un volo per Kathmandu, membro di una spedizione commerciale che doveva salire sull'Everest. Fu un successo, non per lui: si piantò a 7.400 metri con un edema cerebrale, e riportò la pelle al campo base grazie a tre compagni. Fu una lezione di risultati: