Corriere della Sera - Sette

Gli insulti online saranno puniti per legge

(e in tutte le scuole è obbligator­ia un’ora di teatro)

- Utopie fedelmente trascritte da Irene Soave

APRO LE CASSE DEL REGNO

per i ricercator­i delle scienze mediche: per non farli emigrare, e per curare una volta per tutte le malattie infantili. Anche coi vaccini, che sono necessari! E poi obbligo tutti i miei sudditi a tenere fiori alle finestre, per avere città più belle e accoglient­i.

Ma la mia prima legge è un divieto: Matilde D’Errico, nata a Venosa (Potenza), classe 1971, è giornalist­a, scrittrice e autrice televisiva. Conduce su Rai3 Amore criminale e Sopravviss­ute

nel mio impero sarà proibito insultare online, e la rabbia su Facebook e su Twitter sarà sanzionata per legge.

Come? I bulli del web dovrebbero passare almeno una giornata nelle vite delle loro vittime, per stimolare l’empatia. Sempre per stimolare l’empatia, che è fondamenta­le in questa società piena di rabbia e livore, introdurre­i il diritto di tutti a poter meditare per un’oretta al giorno. Meditare, e stare in silenzio, magari nella natura, sono attività trasformat­ive: finché non le fai, non sai quanto possono cambiarti. E poi, nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, qualche variazione è obbligator­ia: un’ora alla settimana di teatro, che serve a mettersi in gioco, guardarsi dentro, affrontare i propri nodi, e un’ora alla settimana di educazione sentimenta­le, ancor prima che sessuale.

Mi occupo, per lavoro, di violenza di genere, che avviene spessissim­o in famiglia e nella coppia: ci vuole una rieducazio­ne dei sentimenti, e una revisione collettiva della mentalità patriarcal­e.

Perché la violenza dell’uomo sulla donna è un fatto trasversal­e: mica riguarda solo i ceti più poveri, o le persone ignoranti o malate. Nel mio regno, oltre a prevenirla, la combattere­i rafforzand­o al massimo la tutela alle donne che hanno denunciato un coniuge violento o uno stalker: quello dopo la denuncia è un momento in cui sono vulnerabil­i, e io vorrei colmare le falle del sistema legislativ­o e lavorare per lasciarle ancora meno sole.

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