Corriere della Sera - Sette

Niccolò Agliardi canta per insegnare ai ragazzi a costruire il futuro

- Di nuovo, appena un po’ differente dall’originale NOTE IMPEGNATE di un

CAMBIARE. ADATTARSI ALLA VITA

assieme a lei. Niccolò Agliardi lo fa con le sue canzoni. Ne ha scritte molte, nei suoi ultimi 25 anni. Ma a volte, riascoltan­dole, gli capita di ripensarne qualcuna in modo diverso. E allora la smonta e la rimonta oppure completame­nte rivista ma sempre con sincerità, seguendo il suo tempo e il suo spazio. Cioè crescendo, come uomo e come e saper cambiare profession­ista.

Questo ha fatto con Resto, appena uscita che contiene due cd (Ora Ancora) con 25 canzoni, «molte risuonate daccapo, alcune ricantate, altre lasciate com’erano perché

andavano già bene così». Di quelle 25 tracce tre sono inedite: Di cosa siamo capaci, Colpi forti Johnny.

eantologia

Niccolò ha 44 anni, è uno scrittore, è la voce di programmi radiofonic­i e televisivi, insegna Tecniche di scrittura creativa all’università (a Milano),

è un autore che scrive e collabora con gente come Patty Pravo, Ramazzotti, Zucchero, Vecchioni, Emis Killa, Elisa, Laura Pausini, Emma Marrone, Paola Turci, Arisa, Damien Rice, Bryan Adams... È stato il direttore artistico e il compositor­e delle Braccialet­ti ma, come ha tenuto a sottolinea­re

canzoni della serie tv rossi lui stesso in una recente intervista

Rockol, sommato».

ae«sono un cantante, tutto

UN CANTAUTORE,

Lettere con una tesi sui luoghi reali e immaginari

nei testi di Francesco De Gregori.

E c’è tutto l’imprinting dei grandi cantautori italiani nella sua Johnny, uno degli inediti dell’antologia. È il racconto di quella terra di mezzo che è l’adolescenz­a,

il luogo delle contraddiz­ioni, delle inquietudi­ni, delle rivoluzion­i esistenzia­li e dell’incertezza per quello che si diventerà. Ma anche il terreno Niccolò Agliardi, 44 anni, milanese, già autore della colonna sonora della serie tv Braccialet­ti rossi, ha appena pubblicato il doppio cd Resto è sempre meglio specificar­e. Uno cresciuto a pane e Ivano Fossati tanto da meritarsi la citazione su Wikipedia per essersi

fatto tatuare sul braccio sinistro il titolo di una sua C’è tempo. canzone, Un ex studente che si laureò in fertile dei sogni.

«JOHNNY È IL RITRATTO

adolescent­e liberament­e ispirato a ciò che recentemen­te è accaduto nella mia vita», premette Niccolò parlando del ragazzino che vive sulle sue note. «Ho scelto di intraprend­ere un percorso da genitore affidatari­o ed è così che, quasi all’improvviso, mi ritrovo nel nuovo ruolo di padre di un ragazzo che ha visto “il mare da tutte le parti ma non il futuro”. Il mio compito è quello di insegnare a costruirse­lo appena dopo averlo sognato. In un Paese che promette molto ma non sempre mantiene». Non importa chi

«È mio figlio», spiega Niccolò, «ma potrebbe essere uno dei tantissimi ragazzi italiani che, bombardati da milioni di sollecitaz­ioni digitali, fanno fatica a immaginare per loro un progetto concreto e duraturo.

sia davvero Johnny. che li gratifichi e che preveda, prima della ricompensa, la necessaria fatica per ottenerla». Chissà, magari con il passare del tempo anche questo ragazzino cambierà, diventerà un piccolo uomo riarrangia­to, cantato in modo diverso. Per adesso sta bene così com’è, «con i capelli che ti stanno meglio se non te li asciughi (...) Buona fortuna Johnny, buona fortuna». Un mestiere

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