Al museo parigino si pranza circondati da porcellane cinesi
I MUSEI DI PARIGI
hanno eccellenti sale da tè. Sontuosa quella del Jacquemart-André, rinomata per la pasticceria e i brunch domenicali. Addirittura tre, i ristoranti a disposizione dei visitatori del Palais de Tokyo, dove si può cenare fino a mezzanotte e sorseggiare un cocktail al bar “Monsieur Bleu” fino alle 2 del mattino. Tra i più panoramici, “Les Ombres”, del museo di arti primitive del Quai Branly, dirimpetto alla Tour Eiffel, il “Georges”, all’ultimo piano del Centre Georges Pompidou, o il “Café de l’Homme”, del Musée de l’Homme, sui giardini del Trocadéro, sempre di fronte alla grande dama di ferro.
EPPURE. MENO NOTO, MENO TRENDY,
meno spettacolare, il “Salone delle Porcellane” del Museo di arti asiatiche Guimet prolunga, nella sua semplicità, l’atmosfera delle sale espositive, ai tre piani superiori.
si pranza tra teche di cristallo che racchiudono autentiche
Non avrà uno chef stellato ai suoi fornelli, ma
meraviglie: i vasi cinesi di porcellana blu con pesci rossi smaltati della dinastia Qing,
usciti dai forni di Jingdezhen, in un anno imprecisato tra il 1662 e il 1722, o i servizi da tavola concepiti sempre in Cina per la corte ottomana, nel solco di una produzione specifica per il mondo islamico orientale iniziata nel XIV secolo. È un modo per non interrompere subito, alla fine della visita al museo, la magia importata dagli esploratori ottocenteschi, come il fotografo italiano Adolfo Farsari,
le cui immagini spiccano nella mostra temporanea Terres de riz, sulle risaie asiatiche (fino all’8 ottobre).
E A PROPOSITO DI CIBO:
menù, “La via della seta” (due portate a 19,60 euro), e il “Guimet” (tre portate a 22,90), oltre a una buona
I piatti sono quasi tutti in tema: Dim-sum al vapore, salmone alla thailandese, Yakitori di pollo.
scelta di tè. Imperdibile la tapioca tiepida al latte di cocco con gelato di mango. il ristorante offre due