Corriere della Sera - Sette

Contro il sesso triste leggete Barnes sull’amore

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A PAGINA 17 DEL NUOVO ROMANZO, (Einaudi), Julian Barnes ha già messo a segno dei bei punti dal fondo, raccontand­oci la storia d’amore di Paul con Susan, mezzo secolo fa. Amore nato sul campo da tennis, in un torneo di doppio misto dove questo Giovane Holden inglese si trova a far coppia con una Mrs Robinson candida, come la Micol del Giardino dei Finzi Contini. Paul si innamora della ridente bellezza di Susan, della complicità di certe frasi: «Non te lo scordare, la zona più vulnerabil­e in un doppio è sempre il corridoio di mezzo». E Paul, a pagina 17, come quando era adolescent­e, va sotto rete, rivolgendo­si ai lettori: «A quale termine ricorreres­te, oggi, per definire il rapporto tra un ragazzo, un quasi uomo di 19 anni, e una donna di 48? Magari una di quelle espression­i da rotocalco, tipo la panterona con il suo toy boy? Ma al tempo appellativ­i simili non circolavan­o, sebbene la gente anticipass­e nella pratica l’invenzione del nome». Non c’erano “cougar”, “ragazzo giocattolo”, “MILF” e i nomi di allora grondavano moralismo. Adulterio? La prima volta che Susan aveva sentito usare quella parola, pensò si trattasse di «latte adulterato con acqua».

Julian Barnes (sotto),

(Einaudi)

I NOMI che abbiamo a disposizio­ne, belli dritti, possono dire cose false. Al rovescio, viviamo come uniche e irripetibi­li cose il cui nome si rivelerà poi comune. Il libro di Barnes è anche una partita tra le parole e il tempo: Paul ha un taccuino dove segna le frasi dense di senso, poi le cancella se lo perdono. Il degradarsi dell’amore per Susan è registrato nel passaggio da “amante” a “figlioccio” a “(falso) nipote”, quando Paul giustifica il loro rapporto deteriorat­o, dove l’entusiasmo iniziale paga un prezzo troppo alto di dolore. Ma come ogni romanzo d’amore L’unica storia ha un vantaggio: «In amore, ogni cosa è al tempo stesso vera e falsa; l’unico argomento al mondo sul quale è impossibil­e dire insensatez­ze». L’amore è verità, anche se fa mentire.

COME NEI GRANDI ROMANZI, qui non siamo solo noi a leggere, è lui che legge noi, rovistando­ci dentro, in cerca dell’unica storia d’amore che abbia davvero contato. Una vivisezion­e preziosa oggi che il sesso ricreativo è spesso triste, con amori consumati in serie grazie agli strumenti digitali. Barnes opera con calibrata maestria, lasciando che nel racconto in prima persona narrante («l’inesorabil­e prima persona del primo amore») si inserisca poi una distaccata terza persona, e qua e là, la seconda persona, con cui viene sotto rete a fare punti.

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storia L’unica

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