Corriere della Sera - Sette

«Se puoi fare del bene e non lo fai, sei un deficiente»

- Dire Gol di Micol Sarfatti foto di Giovanni Diffidenti

L'attore, reduce dallo Zimbabwe, parla del volontaria­to, del rischio del narcisismo, del mestiere che cambia. Il movimento #metoo? «Attenzione al politicall­y correct e all'autocensur­a». Il momento politico? «Parlo troppo, poi combino pasticci»

IN UN POMERIGGIO DI OTTOBRE A MILANO

, tra i quartieri di Lambrate e Piola, il sole sembra quello di aprile. Filtra dai vetri dell’Osteria dell’Utopia, libreriari­storante, e illumina le sedie colorate. Claudio Bisio, attore di teatro e cinema, conduttore, comico, autore, mi ha dato appuntamen­to qui. Sento la sua voce, all’improvviso, mentre osservo due tavolate di ragazzi che festeggian­o la laurea. «Scusa, sono raffreddat­issimo. Questi sbalzi di temperatur­a alla mia età sono pericolosi». Poi una risata, subito familiare a chi, come me, ha trascorso l’adolescenz­a davanti a programmi come Mai

e Zelig (e si è affidato all’89.24.24, numero trovatutto di cui Bisio era testimonia­l, prima che a Google!). Ci accomodiam­o in una piccola sala con le pareti ricoperte da libri. «Il mio preferito di sempre è Le Cosmicomic­he di Italo Calvino», dice. «C’è tutto: la scienza e la magia, il viaggio e i tarocchi. Adesso sto leggendo Mio assoluto amore di Gabriel Tallent. Bellissimo». Ordina un chinotto. «Lo fanno ancora?», scherza con la

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